mercoledì 31 gennaio 2018

Un libro per caso – Elogio della Follia. Di Erasmo da Rotterdam

di Fabio Ascani

Lessi questo libro negli anni del liceo e poi all’università e qualche giorno fa mi è ricapitato fra le mani. Elogio della Follia è un gioco, un saggio, un’opera divertente e seria, uno sguardo ironico e filosofico sull’umanità.

 Ho fatto sì l'elogio della Follia, ma non certo da folle, scriveva Erasmo da Rotterdam nellintroduzione, in realtà una vera dedica al suo autorevole amico Tommaso Moro, presentando in questo modo la sua opera più famosa, scritta in latino nel 1508.

La follia è una donna, una dea, o meglio, viene rappresentata come tale e, parlando in prima persona, fa lelogio di se stessa come se stesse rivolgendosi ad una folta assemblea.

La follia, tanto per cominciare”, parla dell’infanzia dell’uomo, quando la ragione ancora non ha preso il sopravvento, e che tanto assomiglia ad un periodo della vita un po’ folle. L’inconsapevolezza dei neonati li rende gradevoli e ci induce ad abbracciarli, coccolarli, proteggerli. Ma anche i bambini e l’adolescenza che segue l’infanzia: “quanto piace a tutti, quale sincero trasporto suscita, quali amorevoli cure riceve, con quanta bontà tutti le tendono una mano!”.

I tratti della follia hanno il pregio di rallegrare la vita degli uomini tanto che senza di essa che ci venga in soccorso la vita sarebbe insopportabile e quasi non meriterebbe più di essere chiamata vita.

Così, paragonati a coloro che sanno essere folli e veri geni di questo mondo, gli uomini austeri, dediti a studi filosofici, o impegnati in faccende serie e difficili, in genere sono già vecchi prima di essere stati davvero giovani, e questo per le preoccupazioni e per il costante e teso dibattito mentale, che un po' alla volta esaurisce gli spiriti e la linfa vitale.

E con la scusa di elogiare se stessa la Follia parla degli uomini e li prende un po’ in giro, come quando dice: “Insomma, se, come una volta Menippo dalla Luna, potessimo contemplare dall'alto gli uomini nel loro agitarsi senza fine, crederemmo di vedere uno sciame di mosche e di zanzare in contrasto fra loro, intente a combattersi, a tendersi tranelli, a rapinarsi a vicenda, a scherzare, a giocare, nell'atto di nascere, di cadere, di morire. Si stenta a credere che razza di terremoti e di tragedie può provocare un animaletto così piccino e destinato a vita così breve. Infatti, di tanto in tanto, un'ondata anche non grave di guerra o di pestilenza ne colpisce e ne distrugge migliaia e migliaia.


La Divina Follia, elogiando se stessa ci fa riflettere su di noi, su ciò che siamo, sul nostro agire. L’elogio è un piccolo libro scritto oltre 500 anni fa e ancora attuale; una vera miniera di citazioni e aforismi per pubblicitari ed “esperti di comunicazione”, come quelli che pensarono un fortunato spot per l’Alfa Romeo in cui la voce narrate, sullo sfondo di immagini “cinematografiche” forti e coinvolgenti diceva: Osservate con quanta provvidenza, la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere nel mondo un pizzico di follia, infuse nell'uomo più passione che ragione, perché fosse tutto meno triste. Se i mortali si guardassero da qualsiasi relazione con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. La vita umana non è nient'altro che un gioco della follia. 

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