giovedì 7 aprile 2016

Ad ognuno le proprie responsabilità. Chi fino ad oggi ha governato è responsabile dello stato delle cose della città.


Riceviamo e volentieri pubblichiamo


Spara a salve Serra Bellini, l’uomo del P.D. scelto non attraverso le primarie ma incoronato candidato a sindaco di Ariccia da tre re magi provenienti da Roma (domande a Serra Bellini: non sono più le primarie uno strumento democratico? Aveva forse paura di affrontare le primarie in competizione con Luisa Sallustio? Come mai ha cambiato radicalmente idea sulle primarie dopo che i tre re magi romani hanno deciso di incoronarlo candidato a sindaco e ha dimenticato il prima da lui osannato strumento democratico delle primarie? Dunque, lo “smemorato”, come egli definisce Roberto Di Felice, è Serra Bellini e non altri), e ricostruisce, con l’imprecisione che ha caratterizzato chi ha amministrato fino ad ora la città di Ariccia, un passato recente sul quale dovrebbe solo tacere vista la situazione pietosa in cui versa la città. E invece di assumersi le responsabilità dello stato attuale delle cose cerca di scaricarle malamente sul suo avversario Roberto Di Felice. Probabilmente è impresa veramente ardua pronunciare alcunché su chi non ha mai parlato prima, per una intera legislatura, in Consiglio Comunale e ora appare più imbeccato che preparato. Solo una nota: è vero che Roberto Di Felice in una competizione elettorale amministrativa (era il 2006) fu eletto nella maggioranza, per la quale aveva anche scritto per intero il programma amministrativo. È da auspicare, per dimostrare la sua capacità, che Serra Bellini sappia scrivere da solo e per intero il programma amministrativo della sua coalizione dopo aver ascoltato molto tardivamente i cittadini (infatti, è da chiedersi perché non abbia ascoltato precedentemente le proposte e le istanze dei cittadini nel lungo tempo di una legislatura) dinanzi a poche persone, considerato che nell’ultima legislatura non ha espresso mai un’idea o una proposta nell’aula consiliare. Ma è anche vero che Roberto Di Felice, appena resosi conto che il programma amministrativo della coalizione in cui era stato eletto, risultando il più votato ad Ariccia, non veniva rispettato, come non venivano rispettati i cittadini da quella maggioranza, non esitò un momento a recidere il legame con essa. Senza indugi e affrontando tutte le difficoltà che comporta lo stare all’opposizione. Avrebbe Serra Bellini il coraggio di fare altrettanto? Decenni di cattiva gestione delle passate amministrazioni ci hanno portato dove siamo oggi. Anche per quanto riguarda il ponte monumentale, sul quale non è stato speso un euro neppure per la manutenzione ordinaria, che compete al Comune: basta vedere lo stato in cui versano i due giunti metallici che dovevano servire ad assorbire le dilatazioni termiche delle strutture del ponte e ad ammortizzare le onde sismiche longitudinali. 

Ad ognuno le proprie responsabilità, ammesso che il dormiente Serra Bellini si sia accorto che le responsabilità della sua coalizione gravavano anche su di lui.
 Conclusione: le parole di Serra Bellini dimostrano che ha già il fiato corto e vuole buttare “in caciara” la contesa politica, che dovrebbe essere leale e fondata sul riconoscimento della verità dei fatti e dei comportamenti. Riuscirà a farlo?

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