Alle volte un certo tipo di saggistica divulgativa
rischia di cadere nel racconto banale e noioso di questioni che invece
avrebbero bisogno di maggior cura per poter essere comprese. Per scrivere un
buon libro divulgativo, che sia di carattere scientifico o storico umanistico,
occorre grande maestria e reale approfondita conoscenza della materia che si
vuole trattare. Se poi a tutto questo si aggiunge una buona scrittura e una
bella dose di umorismo tutto diventa più semplice e un libro può divenire di
successo.
La letteratura di divulgazione scientifica, è relativamente
recente. Nata qualche decennio fa, ben prima dei grandi divulgatori televisivi
e piacevoli scrittori quali Piero e Alberto Angela, si può far coincidere il
suo su affermarsi con un libriccino che in anni passati ebbe un notevolissimo
successo ma che ancora oggi è perfetto per coloro che volessero avventurarsi in
ragionamenti di fisica. Sto parlando di LA RELATIVITÀ E IL SIGNOR ROBINSON.
Si tratta di un volumetto agile e piacevole dove,
con l’artificio del dialogo, si ragiona di teoria della relatività. E così ci
si ritrova impegnati in ragionamenti insoliti ad immaginare un mondo
unidimensionale o bidimensionale e a teorizzare che se pure esistessero mondi a
più dimensioni noi non potremmo neanche immaginarli, proprio come un ipotetico
essere bidimensionale, un “duopesce” per esempio, non potrebbe immaginare
un mondo tridimensionale e magari l’esistenza di un essere meraviglioso come
una farfalla! E noi non potremo mai immaginare esseri bellissimi di un mondo con
più dimensioni del nostro, ma possiamo suppporre che modi a più dimensioni posano
esistere pur non rientrando nelle nostre possibilità di comprensione.
E poi i ragionamenti su tempo e spazio, paragonando
l’universo in movimento a persone su una scala mobile. Ed essendo noi in un
universo fatto di pianeti in movimento come possiamo esser certi delle nostre
misurazioni? “Distanza e tempo sono valori “reali”; e abbiamo ammesso che essi
sono differenti a seconda dei differenti osservatori, e che anche due
avvenimenti simultanei per un osservatore possono non esserlo per un altro”.
Il libro è semplice, pur non semplicissimo, e non
scade mai nella banalità. Una lettura perfetta per persone curiose.