venerdì 31 gennaio 2014

Nicola Marini, sindaco di Albano, scrive a Zingaretti

Apprendiamo dalla pagina Facebook del sindaco Marini che questi ha scritto al presidente della Regione per ottenere un incontro urgente sulla questione discarica di Roncigliano. Di seguito il post del Sindaco.

Alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno interessato la gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra Regione e condividendo la sempre più diffusa preoccupazione, legittima e giustificata, da parte dei cittadini su questo tema così delicato, ho appena scritto una lettera al Presidente Nicola Zingaretti per chiedergli un incontro urgente al fine di conoscere la linea che la Regione intenderà seguire sulle opportune ed indispensabili verifiche da effettuare all’interno della discarica, come da noi già richiesto in termini di caratterizzazione idrogeologica e valutazione volumetrica degli invasi (Prot. nr. 986 del 10/01/2014). Auspichiamo un suo interessamento diretto e, come sempre, vi terrò costantemente aggiornati sugli sviluppi.

mercoledì 29 gennaio 2014

Angolo ZERO EURO al Mercato Contadino Castelli Romani


Dagli amici dell'associazione Carpe Diem riceviamo e volentieri pubblichiamo.


Da sabato 1 febbraio Febbraio 2014, in Ariccia, presso il Mercato Contadino dei Castelli verrà organizzato dall'associazione CARPE DIEM ARICCIA uno spazio dedicato al BARATTO GRATUITO anche con scambio SCEC al 100%.
 
(clicca per ingrandire)
L'iniziativa nasce dai volontari dall'associazione Carpe Diem Ariccia per favorire opportunità di scambio GRATUITO tramite baratto o šcec 100%.

L'associazione Carpe Diem Ariccia si prefigge la valorizzazione del territorio attraverso azioni, incontri, corsi eprogetti per educare ad un consumo consapevole dei beni: acqua come diritto fondamentale e pubblico, cultura del rifiuto come risorsa e ad un corretto approccio all’ambiente.
Lo scorso anno sono stati organizzati diverse iniziative volte a favorire il riuso e riciclo sensibilizzando la cittadinanza con lo scambio gratuito di libri, giochi, dvd: dalla mansarda alla piazza a ZERO EURO, con grande partecipazione soprattutto di bimbi accompagnati dai genitori, pensionati e disoccupati.
Quanti hanno loro oggetti da barattare possono farlo UNO AD UNO oppure scambiando šcec (solidarietà che cammina): un buono sconto locale che rappresenta l’atto di fiducia che gli associati si attribuiscono reciprocamente. Gli šcec rappresentano una diminuzione della spesa, aumentando di fatto il potere di acquisto delle famiglie che partecipano al circuito di Arcipelago šcec, ma soprattutto agganciano gli euro al territorio arginando l’emorragia di ricchezza e innescando circuiti economicamente e socialmente virtuosi.  Possiamo definire gli šcec come una “contabilità” della reciproca fiducia: metro di misura di una solidarietà fattiva, ecologica ed economicamente circolare e quindi per tutti conveniente.  Per approfondire l’uso degli šcec http://www.scecservice.org

 L’iniziativa è ospitata gratuitamente dal Mercato Contadino dei Castelli Romani che promuove l’economia a kmZero, l’agricoltura locale e la solidarietà ed è gestita e sostenuta dall'associazione Carpe Diem Ariccia info@carpediemariccia.it

Vi aspettiamo dalle 10.00 alle 13.00 sabato 1 e 15 febbraio, 1 e 15 marzo 2014 - via delle Cerquette 65 Ariccia

SITO WEB http://www.carpediemariccia.it/associazione/?p=210
adesioni Facebook https://www.facebook.com/carpediemariccia

martedì 28 gennaio 2014

Biogas: la “leggera controtendenza” dei Castelli Romani

Lo scorso 22 gennaio, durante il Consiglio Regionale, la portavoce 5 stelle Silvana Denicolò ha presentato una mozione in aula sul progetto di centrale a biogas che dovrebbe essere realizzato a Velletri.
Queste centrali, proposte negli ultimi anni sull’intero quadrante Sud-Est dei Castelli Romani destano nei cittadini una legittima preoccupazione sia per la loro oramai comprovata pericolosità sia per l'alto rischio di una mala gestione, come le ultime sul tema rifiuti hanno ampiamente dimostrato.


I sistemi a biogas e biomasse sembrano essere il nuovo business speculativo su cui tuffarsi, omettendo i danni ambientali, alla salute e all’erario pubblico. Vengono presentati come la miglior risposta possibile per sostituire la politica delle buche (invasi) quindi discariche. Si tratta di impianti muniti di digestori in cui far fermentare materiale organico beneficiando degli incentivi pubblici e magari anche della mancanza di controlli. Peccato però che di discariche tali impianti ne hanno bisogno eccome. Il diegestato, rifiuto speciale per legge, necessita di apposite discariche, creando problemi ancora più gravi insieme ai danni derivanti dalla combustione del biogas per fini energetici o del “fantasioso” raffinamento dello stesso ultimamente tanto alla moda tra i finti ecologisti.
Chi pagherà le Tonnellate di rifiuto speciale prodotto per il cui smaltimento, già oggi, il costo è doppio rispetto a quello per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani?


Tornando all'oggetto dell'interrogazione regionale e all'impianto previsto sul territorio di Velletri, quello che ci si chiede è, come sia possibile, che a professionisti indagati nell’”affaire” Cerroni si continuino ad affidare progettazione e direzione di impianti per il trattamento dei rifiuti, oltretutto dannosi. L’affidamento riguarda lo Studio SAIM, con sede a Genzano di Roma, guidato dall’Ing. Bruno Guidobaldi, già responsabile della costruzione del VII invaso di Roncigliano, e ora anche del progetto della biogas di Velletri con digestione anaerobica da 40.000 Tonnellate. La centrale, di proprietà VOLSCA, azienda municipalizzata dei comuni di Albano, Velletri, Anzio e Lariano vede anche, oltre allo studio SAIM, un altro professionista salito agli onori delle cronache locali e mondiali: l'Ing. Barruchello, firmatario della Valutazione d’impatto ambientale (si veda, http://pontiniaecologia.blogspot.it/2013/10/velletri-progetto-della-volsca-ambiente.html).
Consulente tecnico storico dell’avvocato Manlio Cerroni, a Pomezia risulta essere responsabile anche di un impianto anaerobico da 60.000 Tonnellate previsto in prossimità della stazione di S.Palomba, dietro la Fiorucci per intenderci. A Roncigliano per quota parte dell’Inceneritore di Albano laziale. In Somalia per Urano 1 e 2 , a cavallo degli anni 90, ovvero discariche per rifiuti pericolosi a servizio dei paesi industrializzati.


Negli altri paesi, come ad esempio la Germania (si veda, http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2014/01/la-germania-sgonfia-il-biogas.html) , il sistema biogas e anaerobico, sta subendo delle frenate dopo il boom di fine anni 90 e sarebbe poi davvero improbabile veder affidare incarichi di tale responsabilità a personaggi così compromessi. Ma come dice Beppe Grillo, in Italia “siamo in leggera controtendenza” ovvero tendiamo a ribaltare i concetti di etica e sana gestione della cosa pubblica, scegliendo di percorrere strade ambigue, andando a rilento sulla differenziata, sulla gestione aerobica dei rifiuti organici, sulla concreta possibilità di creare una filiera di buona economia grazie al Riuso, Riciclo e Riutilizzo. Parole che al momento rimangono solo proclami al vento...

M5stelle Albano laziale

lunedì 27 gennaio 2014

Tuscolo trasformato in circuito per auto da corsa: alla faccia della tutela

Dagli amici del "Il Piccolo Segno" di Grottaferrata riceviamo e volentieri pubblichiamo. (le foto, tratte dal web, le abbiamo aggiunte noi)

Un'immagine romantica del Tuscolo
Sembra incredibile ma Domenica 26 gennaio, chiunque avesse voluto recarsi al Tuscolo non poteva farlo.  La strada provinciale che dalla via Anagnina sale verso il Tuscolo, era interdetta al traffico veicolare. Motivo? Era in corso niente di meno che una gara di rally. Veloci e rumorosissime automobili sfrecciavano lungo la strada provinciale, tra boschi, prati e colline.
Luoghi di pregio paesaggistico, ambientale e archeologico erano incredibilmente trasformati in un circuito per auto da corsa. Un fatto assurdo, ingiustificabile sotto tutti i punti di vista.
È appena il caso di sottolineare che il Tuscolo è una delle aree di maggior pregio dei Castelli Romani, certamente di Grottaferrata, soggetto a tutti i vincoli possibili, di proprietà di un Ente pubblico come la Comunità Montana dei Castelli Romani che ne ha fatto un Parco Archeologico con grande enfasi, e soprattutto è inserito all’interno del perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani, un Ente cioè che ha, per legge, l’obiettivo specifico di tutelare l’ambiente naturale e gli equilibri eco sistemici.
Un'auto impegnata in un percorso rally
Immaginiamo che gli organizzatori del “Rally del Tuscolo” abbiano ottenuto tutti i permessi e le autorizzazioni del caso visto anche la presenza della Polizia municipale. Ci chiediamo come sia stato possibile autorizzare una gara che ha un impatto ambientale così pesante sugli equilibri naturali, anche solo considerando la presenza di una consolidata fauna selvatica. Impedire ai cittadini di poter fruire un luogo generalmente molto frequentato specie la domenica mattina per consentire ad un gruppo, peraltro esiguo, di appassionati di scorazzare in lungo e in largo con le loro automobili da corsa, ci indigna profondamente. Chiediamo ai responsabili degli Enti preposti alla tutela, come sia stato possibile autorizzare lo svolgimento di una così pesante manifestazione per auto da corsa in un ambiente come quello tuscolano che dovrebbe, al contrario, essere proprio salvaguardato da simili eventi.

domenica 26 gennaio 2014

IL CAPITALE UMANO

GENITORI E FIGLI  NELLA SUPREMAZIA DEL  DENARO

Una sceneggiatura più solida di quelle a cui siamo abituati per l’ultimo film di Paolo Virzì, “il Capitale umano” tratto dall’omonimo romanzo americano di Stephen Amidon e riadattato con l’aiuto di Francesco Piccolo e Francesco Bruni. Le location del Connecticut sono trasposte in un paesino della Brianza, che non è sottratto all’ormai comune ritratto del paesaggio industriale, grigio, freddo e metallico come era già la Milano dei film di Antonioni.
Roberta (Valeria Golino), psicologa, è la compagna incinta di Dino Ossola (Fabrizio Bentivoglio), aspirante immobiliarista e padre di Serena (l’esordiente Matilde Gioli) che ha perso di vista anni prima la madre naturale, ora in  Romania con una nuova  famiglia. Carla Bernaschi (Valeria Bruni tedeschi), ex attrice di teatro, rinuncia al palcoscenico per una vita piatta da ricca moglie mantenuta del banchiere Giovanni Bernaschi (Fabrizio Gifuni). I due hanno un figlio, Massimiliano (Guglielmo Pinelli), che nonostante si adoperi per ricevere la stima e le attenzioni dei genitori, non riesce ad altro che a deluderne le aspettative.  Le storie delle due famiglie si intrecciano in più casi: Dino Ossola si rivolge a Giovanni Bernaschi per un iperbolico investimento in comune con cui di nascosto possa anche estinguere la mole di debiti accumulati; un amore unisce Massimiliano a Serena, la quale però non ricambia più, forse stanca dell’immaturità ricca e viziata del ragazzo; la stessa macchina della polizia che si presenta davanti le due case. Si scopre così un “incidente di percorso” sfociato in tragedia- anticipata dalle prime immagini del film- durante una festa a cui entrambi i figli sono stati invitati e che avrà non poche conseguenze per le due coppie di genitori. L’espediente della suddivisione in quattro capitoli permetterà di allargare progressivamente le stesse scene, dando di volta in volta maggiori strumenti allo spettatore per capire la soluzione del thriller (che non vi anticipiamo).
Mentre proseguono le indagini per trovare i responsabili, si accavallano le psicologie dei protagonisti.  Giovanni Bernaschi è un magnate della finanza, che misura cose e persone, figlio incluso, esclusivamente in base alla loro produttività. Carla si guadagna un posto nel mondo solo a colpi di bonifici bancari. Prova a riscattarsi convincendo il marito a sovvenzionare la ristrutturazione di un teatro, salvo poi piangere disperata in un’auto alla notizia del coniuge di convertire lo stesso teatro in appartamenti da vendere, per evitare la bancarotta. Massimiliano cerca l’aiuto della madre, che si conferma assente in un momento di difficoltà. Dino svende una confidenza virtuale rubata alla figlia, in cambio di una montagna di soldi e di un viscido bacio. Serena merita il penultimo capitolo. Su di lei ricadono gli sbagli di tutti, lei si fa carico della soluzione di tutto. Indipendente, coraggiosa nel silenzio, è un’adolescente che sostituirà una madre quando ce n’è il bisogno,  e uno zio quando sarà di supporto al ragazzo autolesionista di cui si innamora, scombinando totalmente i ruoli che la società assegna.
Il film si conclude con una precisazione importante: il capitale umano è il termine tecnico con cui i periti assicurativi sono soliti designare lo studio di un individuo, l’età, il peso, le sue condizioni di salute, la sua aspettativa di vita, per poter stabilire l’importo di un risarcimento. Illuminanti le parole del trailer: “Vi Vogliamo bene, vi vogliamo felici, vi vogliamo vincenti. Abbiamo fatto tutto questo per il vostro bene. Siamo i genitori migliori del mondo. Per voi ci siamo giocati tutto. Anche il vostro futuro.”


Barbara Sabatino

giovedì 23 gennaio 2014

“INNAMòRATI DELL’ARTE”


INNAMòRATI DELL’ARTE”

….. è l’accorato invito a quanti sentono impellente il bisogno di “altro”, di qualcosa che vada oltre il quotidiano fare per rispondere ai bisogni primari, qualcosa che vada oltre le deludenti condizioni della società odierna, portata o portante alla mancanza di ideali, di speranze….

L’Arte ci porta in una dimensione dove i sentimenti hanno la priorità.
Quando ascoltiamo musica, leggiamo un buon libro, osserviamo un dipinto o una scultura, ci allontaniamo dal quotidiano, in parte dal razionale, e occorre farsi guidare dal sentimento, solo a questa condizione possiamo comprendere l’opera ed entrare in empatia con essa e gioirne…. si gioirne.
E’ cosa nota, convalidata da studi scientifici, che il “bello” arreca benefici fisici e psichici, non a caso Dostoevskij nell’“Idiota” scriveva “La bellezza salverà il mondo” e ancora più propriamente, riferendosi all’Arte, ne scriveva Cvedon Todora (filosofo bulgaro).
Quindi innamorarsi dell’Arte significa gioirne o comunque trarne un beneficio e un arricchimento intellettuale.

La mostra “INNAMòRATI DELL’ARTE” organizzata dall’Associazione
clicca per leggere

ARTINARTE patrocinata dal Comune di Nemi, si inaugurerà il giorno 8 febbraio 2014 alle ore 16,30 all’interno del Palazzo Ruspoli di Nemi, potrà essere visitata con ingresso libero nei giorni: 8 – 9 – 14 – 15 – 16 – 22 – 23 – febbraio, 1 e 2 marzo dalle ore 10,30 alle 19,00.
In mostra le opere di 27 artisti:
Aldo Zichella , Carmelo Randazzo, Corinna Ricci , Daniele Santioni, Fabrizia Sgarra, Francesco Guidoni, Fiorello Doglia, Giada Domenicone, Gianni Vernì, Giovanna Crudele, Iginia Bianchi, Lamberto Trombetta, Luciana Mambelli, Mara Lautizi , Maria Nobili, Michela Ortenzi, Merima Fetahovic, Oriana Croce, Paolo Viterbini, Peppe Bianchi, Roberto Nizzoli, Simona Barbaresi, Simona Gloriani, Stefania Fienili, Theresa Rosa, Tiziana Troiani, Walter Necci, che invitano a lasciarsi affascinare dall’Arte, a lasciarsi trasportare in dimensioni dove il sentimento allo stato puro ci rende più umani.
Mara Lautizi

Simone Carabella chiarisce la sua posizione relativamente al metodo Stamina

Nella video-intervista Simone Carabella, attivista dei Castelli Romani, amico, ci racconta come è nata la sua partecipazione alla battaglia per Stamina che, fondamentalmente, vive come una battaglia per la verità, perché si faccia chiarezza una volta per tutte su questa vicenda dove ciò che conta sono coloro che hanno bisogno di cure, di certezze e di speranza. Secondo Simone negare queste cose è commettere un abuso nei confronti degli italiani che hanno diritto di veder sperimentata questa cura, che secondo le testimonianze di alcuni malati che l'hanno provata, ha portato benefici senza controindicazioni.

mercoledì 22 gennaio 2014

L’ombra dell’Europa


Crisi, recessione, luce in fondo al tunnel che tarda ad intravedersi. È questo il ritornello più in voga da qualche mese (o forse anno?) a questa parte. Ma se per qualcuno “il peggio è ormai alle spalle”, probabilmente sarebbe il caso di armarsi di santa pazienza e di una buona dose di coraggio per fronteggiare al meglio ciò che ci aspetterà nel prossimo futuro.
Patto di bilancio europeo”, “Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria oppure, più semplicemente, “Fiscal compact. È questo lo spettro che aleggia sul nostro Paese e su molti altri in nome del “ce lo chiede l’Europa”.
L’accordo, approvato con trattato internazionale il 2 marzo 2012 ed entrato in vigore il 1º gennaio 2013, rischia di celare dietro le sue cosiddette “regole d'oro" la definitiva pietra tombale per la nostra economia.
A partire dal 2015 l’Italia sarà condannata a rispettare parametri a dir poco utopistici quale, su tutti, un rapporto debito/PIL non superiore al 60% (per la cronaca, siamo oltre il 133%). Avremo vent’anni di tempo, anche se il conto alla rovescia sembra già iniziato. A quel punto si ricorderanno nostalgicamente le baruffe per raccogliere, tra le macerie del territorio, l’irrisoria cifra di 4 miliardi di euro per sospendere una rata dell’Imu, vere e proprie briciole a dispetto dello spropositato sforzo economico cui saranno soggiogati tutti gli italiani.
Con un debito pubblico che assurge oramai a livelli impensabili (siamo a 2.104 miliardi, nuovo record) e con l’onnipresente cappio al collo rappresentato dal rispetto di quel 3% nel rapporto deficit/PIL, i futuri governi dovranno sobbarcarsi l’onere di reperire risorse tanto mastodontiche quanto insostenibili (si parla di decine di miliardi di euro, ogni anno per 20 anni) con lo scopo di assicurare una riduzione media annua del rapporto debito/PIL di 3,65 punti percentuali (che, stando all’attuale situazione, è il minimo indispensabile per rientrare nel perimetro richiesto nei termini temporali stabiliti).
Come fare? Malgrado sia oramai appurato che austerità e tasse deprimono i salari reali e annullano i consumi, non sarà percorsa altra strada che la più semplice: quella fiscale. Ancora tasse, come non fosse già abbastanza. Confcommercio ha recentemente rilevato che quello appena toccato collima con il livello di tassazione più elevato nella storia del nostro paese ed il problema è che tutto ciò, oltre ad annichilire i consumatori, annienta quasi radicalmente le velleità di ripresa da parte delle imprese, sottomesse ad un sistema che riserva loro trattamenti se possibile ancor più aspri. Come non bastasse, i rubinetti delle banche sono incontestabilmente chiusi in modo ermetico (Osservatorio Credito Confcommercio e Banca d’Italia) e, in un contesto del genere, non sorprende se i principali effetti saranno riscontrati sul lato occupazionale (che già oggi fa rilevare dati record).
Da questa situazione non se ne uscirà. Peggiorerà. È un cane che si morde la coda: tasse, consumi a picco, credit crunch, disoccupazione. L’unica via, per tentare di “prevenire” l’ondata che si intravede all’orizzonte, è ridiscutere la posizione del Paese nei confronti dell’Europa. Primo punto in agenda? Il Fiscal compact ovviamente.
Daniele Serio

martedì 21 gennaio 2014

RIFIUTI LAZIO: FERMARE IL MALAFFARE SI PUO’ E SI DEVE.

Come superare il “metodo Cerroni” e le infiltrazioni criminali  nella gestione dei rifiuti nel Lazio.

così un cittadino di Ariccia ha reagito alla
notizia dell'arresto di Manlio Cerroni
Un vero tsunami quello che, partendo dalla Procura di Roma, si è abbattuto sul sistema politico-imprenditoriale che per circa 40 anni ha gestito lo “smaltimento dei rifiuti” nella capitale e nell’intera Regione Lazio.
Chiunque si appresti a ragionare su quanto è accaduto, non può non riconoscere ampio merito ai Comitati di Albano che nel 2009 si rivolsero agli inquirenti della Procura di Velletri presentando un circostanziato esposto-denuncia contro le “disinvolte” procedure tecnico-amministrative seguite dalle Amministrazioni per autorizzare quello sarebbe dovuto diventare il grande inceneritore di rifiuti dei Castelli.
Ciò che lentamente emergeva dalle indagini avviate dalla Procura velletrana, che come riferiscono gli inquirenti è risultata per fortuna essere autonoma dal controllo operato attraverso il “metodo Cerroni”, apparve ai Pubblici Ministeri di così ampia rilevanza con il coinvolgimento di numerose Istituzioni aventi sede nella capitale, da rendere necessario il trasferimento degli atti alla Procura di Roma.
Ripetuti sono stati i tentativi di sabotare le indagini dei P.M., ma deve far riflettere che “qualcuno” è addirittura arrivato a “far sparire” il fascicolo con la richiesta di arresto per gli indagati dalla sede degli uffici di piazzale Clodio.
È chiaro che, ad un certo punto delle indagini, nessuno si è più potuto “voltare dall’altra parte” come era accaduto più volte in passato quando si tendeva a derubricare l’insieme di quei reati come necessari per una non meglio definita “pubblica emergenza”.
Ferdinando Bonessio
Da non sottovalutare che, con il trasferimento a Roma delle indagini, la Procura ha potuto riscontrare l’attendibilità e la veridicità dei tanti esposti presentati dal Comitato Malagrotta prima e, successivamente, dagli altri Comitati sorti a difesa del proprio territorio.
Ora ci si trova davanti a un bivio.
Da una parte vi è il rischio di consentire al “malaffare” di risorgere dalle proprie ceneri e ricostituirsi come soggetto pronto a rientrare nel grande affare dei rifiuti continuando una criminale speculazione economica e un reiterato attacco all’ambiente ed alla salute dei cittadini.
Dall’altra vi è la clamorosa opportunità di cambiare veramente registro, di intraprendere la via di un modello sostenibile nella “gestione dei rifiuti” di Roma e del Lazio realmente lecito, trasparente e partecipato.
Di fronte a questo bivio ci siamo tutti: i cittadini, i comitati, le associazioni, le forze politiche e le istituzioni a livello comunale, provinciale e regionale.
I primi, i cittadini e le rappresentanze territoriali, dovranno compiere un grande sforzo di coesione comprendendo che esiste ormai un’unica “vertenza rifiuti Lazio” dalla quale si esce vincitori tutti insieme o si perde tutti, trascinando nel disastro anche le prossime generazioni e le comunità locali.
I secondi, forze politiche ed Istituzioni, debbono iniziare realmente a mettersi, senza alcun ulteriore ritardo, dalla parte della difesa dei “beni comuni” che in questo caso sono rappresentati dalla irrinunciabile salvaguardia dell’ambiente e dalla tutela della salute dei cittadini.
La partita non è semplice; il malaffare è pronto a riprendersi le redini di quello che con l’attuale impostazione del vigente Piano Regionale Rifiuti rimane il grande business dei rifiuti.
Il metodo è ormai chiaro e ripetutamente denunciato dai Comitati: si tiene basso o comunque lento e complicato il crescere della raccolta differenziata porta a porta, si sceglie di puntare su impianti a ad “alto costo economico” e ad “alto impatto ambientale” come i TMB e gli inceneritori (molti di proprietà privata), si cerca una mega-discarica, ipocritamente chiamata “di servizio”, si sostiene il tutto con gli enormi “incentivi statali” a fondo perduto di cui beneficia chi in Italia (unico Paese in Europa) produce corrente elettrica dalla combustione dei rifiuti.
Da aggiungere che questo quadro sembrerebbe essere ulteriormente confermato dalla nuova scelta delle Amministrazioni laziali di puntare sugli impianti di “Biodigestione”. Questi altro non sono che centrali elettriche a biogas anch’esse sostenute dal sistema degli incentivi statali che veicolano enormi flussi di denaro.
Poco importerà alla collettività se a riprendere l’attuazione di questo scellerato piano sarà nuovamente un risorto Cerroni od un altro imprenditore romano senza scrupoli che, dalle pagine di un noto quotidiano di sua proprietà, attualmente inveisce contro tutto e tutti pronto a scendere in campo per la sostituzione.
Quello a cui si deve puntare senza se e senza ma, cittadini e istituzioni insieme, è un vero cambio di passo sulla gestione dei rifiuti che tolga definitivamente di mezzo l’attuale metodo di “smaltimento” ad insostenibile impatto ambientale e con esso l’interesse del “malaffare” per quello che è un sistema drogato dagli enormi proventi economici generati dalla proprietà privata degli impianti e dall’accaparramento degli incentivi pubblici.
Bisogna ricordare che il Governo, attraverso il GSE, era pronto sostenere la realizzazione dell’inceneritore di Albano con quasi 400 milioni di Euro. Un’immensa massa di denaro pronta ad accendere gli interessi di affaristi, imprenditori senza scrupoli e classe politica.
Ora, visto che anche dalla proposta del nuovo piano regionale rifiuti è stata cancellata la necessità di realizzare l’inceneritore dei Castelli, tutti dovremmo chiedere che lo Stato riversi quei finanziamenti già accantonati per realizzare un’impiantistica del tutto nuova.
Si tratterebbe di una serie di impianti a medio-basso costo, con un impatto ambientale senza dubbio inferiore e ad alto livello occupazionale che renderebbero il Lazio autosufficiente nella lavorazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata.
La stessa AMA dovrebbe rilanciare il proprio “piano industriale” puntando a diventare leader nella raccolta differenziata di qualità e titolare di impianti per la lavorazione freddo dei materiali riciclati da riciclare.
È solo da un rifiuto differenziato di qualità, raccolto con il coinvolgimento attivo di tutta la popolazione, che si troverebbero le risorse economiche adeguate a sostenere industrialmente un sistema che veramente considera il rifiuto come una risorsa da recuperare e non come uno scarto da conferire in discarica od un combustibile da trasformare in energia.
Le Amministrazioni pubbliche dovrebbero rivalutare nella gestione virtuosa dei rifiuti il ruolo strategico che potrebbero avere le piccole e medie imprese del Lazio nonché il settore delle cooperative avendo come obiettivo quello di contribuire a rilanciare l’occupazione ed a spazzare via qualsiasi nuova forma di monopolio nel settore.
Mai più mega-discariche private, altrettanto dannose e quasi impossibili da bonificare, ma l’adozione da parte della Regione di un progetto di gestione rifiuti che vada verso la strategia Rifiuti Zero in 6 mosse concrete:
1)   Riduzione della produzione di rifiuti;
2)   Riuso di tutti i beni ed i materiali recuperabili;
3)   Raccolta differenziata spinta porta a porta domiciliare o condominiale contestuale ed obbligatoria per tutti i comuni del Lazio;
4)   Realizzazione di impianti a freddo per la lavorazione finalizzati al massimo recupero dei materiali e della frazione organica (compostaggio aerobico) provenienti dalla Raccolta differenziata;
5)   Sostegno alla creazione di una rete di centri dedicati al riciclo dei materiali recuperati.
6)   Individuazione, attraverso la partecipazione e la responsabilizzazione delle comunità locali di aree dove collocare piccole “discariche residuali”.



È inoltre necessario inserire come elemento importantissimo nella strategia da perseguire la disincentivazione di tutte le forme di incenerimento dei rifiuti (CDR e CSS), attualmente utilizzabili anche negli altiforni dei cementifici e delle centrali termoelettriche.
Tale scelta va presa anche in considerazione del fatto che l’intera Europa sta ormai abbandonando progressivamente questa pratica (la UE nelle nuove linee strategiche ambientali ha approvato il divieto dal 2020 di incenerire qualsiasi rifiuto riciclabile).

Solo partendo dalla condivisione di una proposta così articolata che parta dalle scelte strategiche sopra indicate, sicuramente da approfondire e migliorare, si può pensare per il Lazio ad una gestione dei rifiuti organizzata nell’interesse diffuso dei cittadini, definitivamente sottratta ai signor Cerroni di turno o ai loro pronti e rapaci eredi.
NANDO BONESSIO Presidente Verdi Lazio

lunedì 20 gennaio 2014

Il M5S Lazio mostra a tutta Italia il privilegio dei vitalizi

Non chiamatele pensioni, come ha detto qualcuno, non sono pensioni, sono vitalizi che si sommano al reddito che gli ex consiglieri che non vi hanno esplicitamente rinunciato, e che ricevono dalla Regione Lazio.  Il loro ammontare equivale ad un terzo del bilancio del Consiglio regionale, una cifra enorme che paghiamo noi cittadini comuni che ogni giorno dobbiamo fare i conti per mettere insieme il pranzo con la cena.
Si! davvero c'è da indignarsi.




Ecco di seguito cosa scrive il Movimento 5 Stelle Lazio


Venerdì la sede del Consiglio Regionale del Lazio è stata sconvolta dalla pubblicazione della lista dei vitalizi erogati agli ex consiglieri regionali. Un documento da noi richiesto e da noi passato al Corriere della Sera per  attirare l'attenzione dell'Opinione Pubblica nazionale sullo scandalo vitalizi, missione riuscita a giudicare dallo spazio che la questione sta ottenendo sui media generalisti nazionali.

La questione dei vitalizi è stata sollevata dal M5S Lazio fin dal giorno del suo insediamento, ogni volta ci hanno risposto che era un diritto "acquisito" e che non si poteva formulare una norma retroattiva.

Adesso a via della Pisana tutti si indignano a mezzo stampa perché hanno scoperto che un terzo del bilancio del Consiglio se ne va per pagare i privilegi di quelli che hanno spolpato la regione e sono ancora vivi, fanno grandi proclami e provano, con risultati scarsi, a mettere la loro bandiera su una proposta contro cui hanno votato in aula in più di un'occasione.

La nostra proposta da presentare nella discussione del collegato del bilancio è praticamente pronta, si basa su pochi punti ma chiari: divieto di cumulo e passaggio al contributivo, perché 12.000 euro mensili sono uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini che con le loro tasse provano a non far affondare il Lazio e l'Italia.

Siamo pronti a discuterne con tutti, colleghi consiglieri volenterosi e esponenti della società civile.

L'ora è giunta, il vitalizio deve morire.


Ed ecco la lista completa di chi percepisce il vitalizio e quanto prende. Alcune di queste persone sono ben note ai Castelli Romani:

ABATE LUIGI 3.187,42
ABBATE ANTONIO 3.167,63
ALAGNA ROBERTO 2.611,27
ALBA ROSA 5.134,30
ALBERTI EVELINA 5.895,15
ALLEGRINI LAURA 4.705,51
AMATI MATTEO 5.895,15
AMBROSI DE MAGISTRIS RENATO 3.167,63
ANDERSON GUIDO 3.167,63
ANDERSON MASSIMO 5.134,30
ANTINUCCI RAPISARDO 5.934,74
ANTONINI GIOVANNI 5.134,30
ANVERSA LUISA 3.167,63
ARBARELLO PAOLO 5.134,30
ARMENI FABIO 5.321,54
BADALONI PIETRO 5.168,23
BAFUNDI GIANFRANCO 3.167,63
BAGNATO AGOSTINO 2.862,30
BARBARANELLI FABRIZIO 3.167,63
BATTAGLIA AUGUSTO 3.187,42
BENEDETTO RANIERO 5.895,15
BERNARDI ENZO 5.895,15
BERNARDINI ELISA 3.726,98
BETTINI GOFFREDO 3.187,42
BOCCARUSSO MARIA 2.179,16
BOCCHINI LUCIANA 2.179,16
BONADONNA SALVATORE 5.168,23
BONELLI ANGELO 4.861,63
BONOTTO GIANPIETRO 5.134,30
BORGNA GIOVANNI 5.134,30
BORGOMEO LUCA 3.167,63
BOTTACCIOLI FRANCESCO 3.187,42
BRANCATI ANTONIETTA 3.167,63
BRIANTI PAOLA 3.187,42
BRISCA LIDIA 3.167,63
BROCCHIERI GIGLIOLA 3.187,42
BROZZI MARIO 3.187,42
BRUNI FRANCESCO 5.134,30
BUCCI CLAUDIO 5.628,14
CACCIOTTI GIOACCHINO 3.630,30
CAENARO ANNA MARIA 3.516,65
CAGLIOTI CONCETTA 2.179,16
CALIENDO ENZA 3.516,65
CANALI LUIGI 2.682,78
CANCRINI LUIGI 5.781,44
CAPONETTI CLAUDIO 3.167,63
CARAPELLA GIOVANNI 3.167,63
CARDUCCI ARTENISIO FRANCESCO 2.467,23
CARELLI RODOLFO 3.167,63
CARLINO ROBERTO 5.168,23
CARLUCCI FABIO 4.331,74
CASCIANI GILBERTO 3.187,42
CAVALLO ANNA ROSA 5.590,81
CELESTRE ANGRISANI LUIGI 2.529,76
CELLI GIUSEPPE 5.168,23
CELORI LUIGI 5.934,74
CENTO PIERPAOLO 2.467,23
CERRI UMBERTO 5.134,30
CETICA STEFANO 3.187,42
CHIAVARINI MARIA 4.034,74
CIANCARELLI LUIGI 3.167,63
CIANI FABIO 3.187,42
CIARALDI WANDA 3.167,63
CIARAMELLETTI LUIGI STEFANO PAOLO 1.131,98
CICCHETTI ANTONIO 5.168,23
CIOCCHETTI LUCIANO 3.598,96
CIOFFARELLI FRANCESCO 3.167,63
CIOFI DEGLI ATTI PAOLO EMILIO 5.590,81
CIRILLI FABRIZIO 3.995,28
COLAGROSSI GIOVANNI LORETO 5.168,23
COLLEPARDI DANILO 5.134,30
CORRADI GUERRINO 5.134,30
CORRADI CONSUELO 3.167,63
COSENTINO LIONELLO 5.168,23
COSTI ROBINIO 3.167,63
CURSI CESARE 5.168,23
D'AMATA FERNANDO 3.359,80
D'AMBROSIO RAFFAELE 5.590,81
DANESE LUCA 3.187,42
D'ANNIBALE TONINO 3.566,85
DE JORIO FILIPPO 5.438,64
DE LILLO STEFANO 4.232,02
DE LUCIA VEZIO EMILIO 3.187,42
DE MARCO ANTONIO CIRO 3.167,63
DE MAURO TULLIO 3.167,63
DEKEPPER HELENE 2.179,16
DEL BALZO ROMOLO 5.168,23
DELLA ROCCA RICCARDO 5.134,30
DELLE FRATTE ANTONIO 2.072,63
DELLE MONACHE ANGELO A. 3.167,63
DELL'UNTO PARIS 5.134,30
DESIDERI FABIO 2.467,23
DI BARTOLOMEI MARIO 5.590,81
DI CARLO DANIELE 2.446,66
DI NUNZIO ADRIANA 3.516,65
DI PAOLA CRESCENZO 3.576,34
DI RESTA DOMENICO 3.167,63
DI STEFANO ENZO 2.467,23
DIANA LINO 3.625,13
DIONISI ARMANDO 5.934,74
DONATO PASQUALE 3.167,63
D'OTTAVI LILIA 3.187,42
D'OVIDIO ANGELO 5.168,23
D'URSO FILIPPO 5.168,23
ERCOLI ROBERTA 3.187,42
FABI ANTONIETTA 4.034,74
FEDERICO MAURIZIO 3.167,63
FERRONI ANDREA 4.565,12
FICHERA DANIELE 2.467,23
FOGLIETTA ALESSANDRO 5.781,44
FONTANA ENRICO 3.187,42
FORLANI ALESSANDRO 2.755,31
FORMISANO ANNA TERESA 5.321,54
FORTI MARIA TERESA 3.249,16
GAIBISSO GERARDO 5.742,98
GALLENZI GIULIO CESARE 342,98
GALLUCCI DOMENICO 3.167,63
GARGANO DOMENICO 1.640,63
GARGANO SIMONE 5.168,23
GENTILE GIUSEPPE 3.167,63
GIGLI RODOLFO 5.895,15
GIOCONDI ROBERTO 3.187,42
GIORGI GIOV BATTISTA 3.167,63
GRAMAZIO DOMENICO 5.895,15
GRIONI GIULIANA 2.179,16
GROSSO MARIA ANTONIETTA 3.187,42
GUERRA PAOLO EMILIO 3.167,63
HERMANIN DE REICHENFELD GIOVANNI 5.168,23
IANNARILLI ANTONELLO 3.758,29
IRMICI PIER ERNESTO 0,00
LA SERRA ADRIANA 2.179,16
LAI FRANCESCA 1.597,66
LANDI BRUNO 5.286,47
LAURELLI LUISA 2.662,98
LAZZARO BRUNO 5.895,15
LEONETTI SABATINO 3.187,42
LEOPARDI EUGENIO 4.468,76
LIBANORI FRANCO 5.325,97
LIMIDO GABRIELE 4.784,42
LUCIANI ENRICO 3.995,28
LUCIANI ANTONIO 3.187,42
LUCISANO PIETRO 3.167,63
LUMBROSO GIOVANNA 3.187,42
LUNA MARIA ANNUNZIATA 3.187,42
LUZZI TOMMASO 5.934,74
MACERATINI GIULIO 5.628,14
MARCIALIS GIUSEPPINA 5.134,30
MARIANI GIUSEPPE 3.187,42
MARIGLIANI PIERO 2.087,42
MARRAZZO PIETRO 3.187,42
MARRONI ANGIOLO 8.590,03
MASCI GIULIANO 3.167,63
MASELLA LAURA TERESA 4.034,74
MASELLI FRANCESCO 5.495,15
MASSIMI ANNA MARIA GRAZIA 2.682,78
MASSIMIANI ELIDO 5.134,30
MASTRANTONI PRIMO 5.168,23
MATTEI MARCO 2.467,23
MAZZOLI CLARIS 2.179,16
MEI MARIO 2.611,27
MELE MARGHERITA 2.179,16
MELPIGNANO GIUSEPPE 3.187,42
MEZZABOTTA LOREDANA 2.662,98
MICELI GIACOMO 3.167,63
MIELE ANGELO 3.187,42
MINNUCCI BIAGIO 5.134,30
MOLINARI ANTONIO 5.742,98
MONTALI SEBASTIANO 3.238,11
MONTINO ESTERINO 5.334,74
MORELLO VANDA 2.179,16
MURATORE ANTONIO 5.134,30
NAPOLETANO PASQUALINA 4.784,42
NIERI LUIGI 5.168,23
NISTRI PAOLO EMILIO 3.167,63
NOBILI LIDIA 3.187,42
OSIO ARTURO 3.167,63
PADOVANO RITA 2.595,43
PALADINI STEFANO 5.895,15
PALIOTTA GIUSEPPE 5.134,30
PALLOTTINI LUIGI 5.590,81
PANIZZI GABRIELE 5.895,15
PARIS ANTONIO 3.187,42
PARRONCINI GIUSEPPE 5.628,14
PASCUCCI ROCCO 5.168,23
PASETTO GIORGIO 5.134,30
PEDUZZI IVANO 4.389,85
PERAZZOLO MAURIZIO 3.187,42
PERCONTI ENRICA 3.516,65
PERFETTI FRANCA 3.829,56
PERILLI MARIO 4.361,57
PIETRINI VINCENZO 4.365,60
PIETROSANTI STEFANIA 2.179,16
PIGLIACELLI AUGUSTO 3.187,42
PINESCHI MASSIMO 3.187,42
PIZZO ANNA EVELINA 3.187,42
PIZZUTELLI VINCENZO 3.167,63
POCCI MARISA 3.726,98
POLIZZANO CATALDO 2.179,16
PONZO UMBERTO 4.938,28
PORZIOLI CECILIA 2.179,16
PRESTAGIOVANNI BRUNO 5.168,23
PROIETTI CARLO 3.167,63
QUARTINI LUCIANA 3.516,65
QUARZO SALVATORE 3.167,63
QUATTRUCCI MARIO 5.134,30
RANALLI GIOVANNI 5.590,81
RAUTI ISABELLA 2.611,27
REA ROMOLO 2.682,78
REDLER ADRIANO 5.134,30
RENZI PAOLO 2.467,23
RICCI ACHILLE 3.187,42
RIDOLFI MARIA GRAZIA 3.726,98
RIGGINS ANNE 4.034,74
RINALDI VLADIMIRO 3.187,42
ROBILOTTA DONATO ROSARIO 4.565,12
RODANO GIULIA 5.934,74
ROMANO RAFFAELE 2.860,96
ROMANZI LUCIANO 3.043,39
ROSELLI ANNA ROSARIA 3.516,65
ROTONDO GIULIANA 2.179,16
SAINI SILVIA 2.179,16
SALVINI MARIA PIA 3.516,65
SANTARELLI GIULIO 5.590,81
SAPONARO FRANCESCO 4.934,74
SARACENI VINCENZO MARIA 5.134,30
SARTORI SECONDINA 1.203,16
SCALABRINI LAURA 3.167,63
SCALCHI ADA 3.167,63
SCHIETROMA FABIO 3.187,42
SCHIETROMA GIAN FRANCO 3.187,42
SENTINELLI GABRIELLA 3.187,42
SIGNORE ANTONIO 3.167,63
SILVI FERNANDA 4.034,74
SIMEONE DOMENICO 5.168,23
SIMEONI GIORGIO 4.938,28
SOCCIARELLI CANDIDO 3.187,42
SODANO UGO 3.187,42
SPAZZONI RANIERO 5.895,15
SPERANZA FRANCESCO 3.187,42
SPLENDORI FRANCO 5.895,15
TARQUINI IMMACOLATA 4.034,74
TEMPERINI DOMENICO 2.467,23
TIDEI PIETRO 3.187,42
TOFANI ORESTE 5.934,74
TOLA VITTORIA 3.598,96
TOSONI CARLA 3.516,65
TOZZI PAOLINA 3.516,65
TRENTINI INNOCENZA 2.469,22
TRITA DOMENICA 3.516,65
TRITARELLI ANNA MARIA 3.516,65
TRITTO CHIARA 2.179,16
TROJA GIACOMO 5.895,15
TUFFI PAOLO 3.506,09
TURINA GIANNI 3.167,63
URBANO ETTORE 2.662,98
VERZASCHI MARCO 4.587,14
VICARI ALESSANDRO 3.187,42
VISOCCHI GIULIANA 3.516,65
VITELLI ANGELA 3.167,63
VITELLI PIETRO 5.134,30
VUOLI MARINELLA 2.179,16
ZACCHEO VINCENZO 3.187,42
ZANON ANTONIO 2.687,42
ZAPPALA' STEFANO 5.134,30
ZEKY NOEMI 4.034,74
ZIANTONI VIOLENZIO 5.895,15

Il debito pubblico globale: cos'è e come si accumula?

  Pillola di eco nomia Il debito pubblico globale: cos'è e come si accumula? Immagina che lo Stato sia come una famiglia: quando le sue ...