di Francesca Senna
Un romanzo "fantastico" nel senso che lo si
potrebbe inserire in quella letteratura "fantastica" dove il
soprannaturale e l’incomprensibile entrano pesantemente nella realtà di tutti i
giorni; il modo quasi naturale del succedersi di avvenimenti straordinari in un
contesto di ordinaria quotidianità. Mi ha fatto venire in mente Gogol per
questo suo modo di narrare gli eventi.
Si tratta di 6 racconti surreali, fantastici, talvolta
inquietanti sulle biblioteche, ma in particolare sul potere del libro. Ne emergono
le manie, le curiosità, le debolezze, i capricci, le bizzarrie e gli aspetti
morbosi da cui trae linfa la passione per la lettura: il testo assomiglia molto
ad un viaggio al confine tra l’amore e la sana follia che avvolge e conquista
lo spirito di chi adora il mondo dei libri.
Abbiamo quindi: un lettore accanito che si ritrova
l’appartamento zeppo di volumi tutti dallo stesso titolo, fino al punto di
esserne sommerso. Uno scrittore che scopre un sito internet dove sono raccolti
libri che ancora non ha scritto. Un altro lettore che si ritrova quasi
prigioniero in una biblioteca aperta anche la notte, dove sono catalogate le
biografie di tutti gli esseri umani, dalle origini del mondo fino a
quell’istante. In un altro racconto, la lettura che in vita è un piacere,
nell’al di là può diventare addirittura una pena per i peccatori. Su una
bancarella di Parigi, è possibile acquistare un volume che contiene la
biblioteca più piccola del mondo. Infine, può capitare di trovare
inspiegabilmente nella propria libreria un tascabile mai visto fino a quel
momento, e che niente ha a che fare con i nostri interessi. Dopo aver trovato
il coraggio di gettarlo nell’immondizia - perché buttare un libro può essere
considerato quasi un sacrilegio - il protagonista dell’ultimo racconto si
accorge che il tascabile indesiderato riappare di nuovo tra gli scaffali della
sua biblioteca. Un libro vivente, ostinato a non voler sparire.
L’autore descrive sei biblioteche atipiche, mentre i
racconti proiettano il lettore in queste situazioni assurde ma al tempo stesso
simpatiche e che pongono comunque al centro di tutto il libro, che diventa una
sorta di terapia e redenzione, come qualcosa di magico che ci può essere di
aiuto per eliminare l’ignoranza che è vista come uno dei mali maggiori dell’umanità.
Una lettura piacevole, semplice ma mai banale. E un
finale che non poteva non essere, per coerenza a tutto il resto, atipico e che
sembra esprimere ciò che ognuno di noi prova leggendo questo breve romanzo.