“La verità
parla interiormente senza rumore di parole” (Imitazione di Cristo, libro III,
Capitolo II)
Forse non tutti sanno che il libro a carattere
religioso più letto e diffuso di tutta la letteratura cristiana, dopo la
Bibbia, è l’Imitazione di Cristo. Si tratta di una sorta di manuale, un
trattato in realtà, scritto in epoca tardo medievale per l’educazione dei
monaci ma che ebbe, col tempo, grande diffusione anche fuori gli ambienti
prettamente ecclesiastici.
La mia nonna materna, nonna Benilde, mi donò una
bella edizione di questo libriccino quando avevo solo 12 anni dicendomi, ancora
ricordo, che era bello da leggere, educativo, e che ogni buon cristiano
dovrebbe semplicemente ispirarsi a Gesù.
L’autore dell’Imitazione di Cristo è, così è scritto
sul frontespizio dell’edizione che posseggo gelosamente da 40 anni,
Tommaso da Kempis, religioso e mistico tedesco nato nel 1380 e morto nel 1471(?), ma ci sono ipotesi che l’opera possa essere stata scritta da altri o a più mani
ed effettivamente questa si divide in quattro libri, Ammonimenti utili per la vita
spirituale, Avvertimenti per la vita interiore, Le consolazioni interne , Divota
esortazione alla Santa Comunione, che potrebbero essere di autori diversi. Poco
importa. Ciò che importa è il contenuto di questo prezioso volumetto che invita
il lettore a dedicarsi all’unica cosa che conta “se vogliamo essere veramente
illuminati e liberi da ogni cecità” ovvero ammonisce di imitare la vita di
Gesù. Quindi invita ad abbandonare ogni superbia e vanità, anche quelle
intellettuali, e a dedicarsi a Dio: “Meglio senza dubbio un umile contadino,
che attende a servire Dio, che un superbo scienziato che trascura se stesso”.
Ciò non deve essere inteso come un invito all’ignoranza, a non studiare, a
trascurare le scienze, piuttosto semplicemente a fare tutto nella prospettiva
di Gesù. È scritto nel terzo libro, Le consolazioni interne: “O sapienza di
quell’anima santa che disse: la mia intelligenza è saldamente fondata in Cristo!”.
Che si sia cristiani e credenti oppure no, Imitazione
di Cristo è un’opera interessante, piacevole da leggere, anche saltando da un capitolo
ad un altro. E poi mi affascina immaginare questo libro, ovviamente in latino,
la lingua originale in cui fu scritto, nelle mani di un giovane aspirante
monaco del ‘500 che legge devotamente, a bassa voce come si usava allora, camminando
nel chiostro di un antico convento.