di Francesca Senna
Mi sono avvicinata a questo libro senza sapere nulla
dell’autore né del genere con cui mi sarei andata a confrontare.
Ho incontrato Andrea per caso. In un contesto di “un giorno
di ordinaria follia”: fine di una giornata lavorativa pensate, traffico ecc… ma
la curiosità di avere questo testo che era riuscito a stimolare più di un
lettore era troppo forte.
Mi sono trovata di fronte ad un ragazzo emozionatissimo.
Ma di fatto non so’ dirvi se era più emozionato lui, di dare
ad una emerita sconosciuta il frutto dei suoi sforzi, o io, lettrice compulsiva
che stava per strappargli dalle mani un inedito.
Di fatto non mi disse nulla di quello che avrei trovato nel
testo, se non “poi me lo dirai te cosa c’è qui dentro” … una bella sfida
signori, veramente una bella sfida.
Stone Name ritengo possa benissimo appartenere a quella
serie di romanzi del periodo letterario distopico dove, 1984 di Orwell e
Fahrenheit 451 di Bradbury ne rappresentano la massima espressione come genere
letterario. Questa corrente letteraria, comparsa in Europa tra il primo ed il
secondo dopoguerra, si caratterizzava da un profonda crisi dei valori.
I personaggi descritti da Andrea sembrano in effetti simbolo
di una alienazione sociale dovuta ad una sorta di mancanza di riscontro tra la
società in cui sono inseriti e le aspettative del singolo.
C’è l’artista incompreso, con un fallimento familiare alle
spalle: il pittore che cerca di rappresentare sulla tela i veri volti degli
esseri umani che incontra casualmente ogni giorno. Quello di cui viene
accusato, dal suo amico di vita e di avventure, è il non riuscire a portare a
termine le sue opere oltre allo sconsiderato utilizzo di toni sempre troppo
scuri.
Le sue opere sono macchie di colore dalle quali dovrebbero
sorgere questi volti. Volti che non sono altro che la manifestazione delle
forti emozioni che caratterizzano le singole persone.
Abbiamo poi il fannullone, amico di vita del pittore, del
quale non sappiamo praticamente nulla se non che vive da perdigiorno, non si sa
come, senza né arte né parte.
Questo personaggio misterioso, musa ispiratrice del pittore
(come lui stesso si definisce nell’arco del racconto) si rivelerà fondamentale
per lo svolgimento dell’intreccio della storia.
In ultimo abbiamo il proprietario del bar, uomo
apparentemente realizzato, che ha puntato tutte le proprie risorse economiche e
le scelte di vita sull’acquisto e gestione di un bar; ma che ora si trova a
svolgere questa attività senza passione, demotivato e senza prospettive di
miglioramento.
Questi personaggi vengono catapultati di punto in bianco
all’interno di una realtà distopica, di una società spaventosa, senza tempo, nella
quale gli esseri umani si ritrovano privati di tutto, fino al massimo estremo
negativo, dove quello che di punto in bianco si presenta davanti agli occhi di
questi anti eroi è altamente indesiderabile, nonostante loro stessi non sembra
se ne rendano effettivamente conto.
Viene quindi descritta una realtà immaginaria e futuristica,
nonostante la assenza di connotazioni temporali esplicite, in cui quello che
accade sembra quasi una punizione per quanto presente nella società attuale ed
i suoi pericoli. Una specie di società futura o futuribile in cui una sorta di
autorità non ben definita pretende di controllare ogni aspetto della vita
umana, descrivendo la società umana sull'orlo del disastro: in questo caso la
fine della civiltà, che nella narrazione esiste ancora, viene avvertita come
imminente e necessaria.
La stessa natura, la vegetazione sembra essere concorde con
questa scelta di distruzione poiché non perde tempo a prendere il sopravvento
su quelle che erano le manifestazioni della “potenza” umana.
Assecondando l’onda del filone della fantascienza
sociologica vi possiamo far rientrare questo testo dove la fantascienza viene
calata nel contesto sociale contemporaneo; dove l'accento viene posto su
ipotetiche evoluzioni future della società umana o di alcuni elementi del
vivere sociale; il risultato sembra essere una visione critica del presente e
delle aspettative illusorie umane.
Incredibile nella descrizione è la capacità dei personaggi
coinvolti di non abbattersi di fronte a tale crisi che li sta colpendo. La
volontà di sopravvivere ha comunque il sopravvento rispetto alla negatività
della situazione in cui si vedono catapultati. Il desiderio di poterne uscire
indenni li spinge comunque ad atti che vanno oltre quelli che potevano sembrare
i loro limiti umani.
Affascinante, in questa parte del romanzo, l’espressione
delle competenze manifestata dall’autore. Troviamo tecnicismi in campo nautico,
astronomico, fisico ecc, che mettono in chiaro come la stesura dell’opera non
sia stata fatta di getto ma sia il risultato di un lavoro di impegno protratto
nel tempo.
Il tutto accompagnato da uno stile semplice e lineare che ci
permette di apprezzare ancor di più il messaggio filantropico che l’autore
vuole inviarci.
Potrei spendere molte più parole su questo testo molto
affascinante ma, il mio scopo è l’incentivo alla lettura, ossia stimolare la
vostra curiosità a leggere il testo. Quindi non posso dirvi di più…
Spero anche questa volta di esservi riuscita perché,
carissimi, ne vale la pena.