Scrive Cipolla nell’introduzione che i due saggi che
compongono l’opera, all’inizio furono diffusi in inglese e solo per una
ristretta cerchia di amici, ma ben presto questi piccoli capolavori iniziarono
a circolarne in “copie clandestine” che ebbero un tale successo da spingere
l’autore a pubblicarne un’edizione ufficiale con la casa editrice de Il Mulino.
I due saggi sono sono in realtà due “divertimenti”.
Il primo racconta Il ruolo delle Spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo
economico del Medioevo e il secondo, semplicemente geniale, elenca Le
leggi fondamentali della stupidità umana.
Leggere Allegro ma non troppo è un toccasana per l’umore
e un piacere per la mente. Nel primo dei due piccoli saggi si ricostruisce la
storia economica e sociale del Medioevo rivisitata alla luce della spinta che
il pepe, la spezia per eccellenza, avrebbe dato all’economia del continente
europeo. Il secondo scritto è una meravigliosa e unica trattazione sulla
stupidità umana. Vengono declinate le leggi fondamentali della stupidità e
costruite, secondo regole “scientifiche” derivanti da queste, anche tramite
diagrammi cartesiani, teorie e regole ben precise sulla stupidità nel mondo.
Una vera goduria per l’intelletto che ci pone però davanti ad un paradosso: pur
sentendoci davvero intelligenti, specie nella lettura di questo bel libriccino,
in realtà potremmo essere noi stessi degli stupidi, infatti una delle regole
fondamentali è che gli stupidi non sanno di esserlo.