Continua sul nostro territorio la preoccupazione per un possibile proliferare di centrali a biomasse. I cittadini non si fidano di questi impianti che producono energia dalla digestione anaerobica di biomasse o dalla loro combustione. Oggi si parla di un nuovo impianto a Genzano, come dal comunicato che abbiamo ricevuto e che pubblichiamo. Siamo disposti a pubblicare eventuali repliche o approfondimenti. L'argomento è di nostro interesse e crediamo lo sia di molti.
da Genzano SOStenibile – Comitato Spontaneo, riceviamo e pubblichiamo senza tagli.
Nel consiglio comunale del 13 settembre era stato
annunciato in ordine del giorno, poi approvato in sede collegiale, la modifica
del SEAP o PAES (Piano di Azione per l'Energia Sostenibile), ossia il documento
che illustra le modalità con cui l'amministrazione intende affrontare il tema
dell'energia proveniente da fonti alternative.
A noi del comitato Genzano Sostenibile questa azione
politica ha fatto innalzare l'attenzione. Il contenuto del nuovo SEAP,
assolutamente in linea con le linee per cui il nostro comitato è nato, quindi
zero consumo di territorio e lontano dall'impiantistica che prolifera nel
Lazio, ha fatto il pari con alcune voci di corridoio che ci sono arrivate e che
parlano di un Impianto di cogenereazione di energia a biomassa animale sito
nella Zona Artigianale a cui era stato dato parere favorevole dalla precedente
amministrazione ma che la Provincia aveva bloccato. Solo momentaneamente però,
a causa dell'intervento di un decreto esecutivo del Ministero dell'Ambiente che
ha fatto venire meno le motivazioni della stessa provincia e ha rimesso in moto
l'iter.
Dunque anche a Genzano qualcuno ha fatto entrare gli
interessi privati legati al ciclo dei rifiuti. Si parla di un piccolo impianto
che nel caso però non venisse bloccato, darebbe l'apertura anche a potenziali
altri creando un danno ambientale enorme.
In Italia gli impianti a biomassa animale vengono
costruiti per prendere gli incentivi, dando vita a un mercimonio di grassi
animali anche provenienti dall'estero cui la Commissione Europea ha già inviato
comunicazione di ammonimento di tale pratica.
Un impianto a biomassa animale brucia grassi e
carcasse per generare energia che in teoria dovrebbe essere immessa in rete
oppure utilizzata dal privato.
Tale impianto è stato costruito a ridosso di
abitazioni e della Villa degli Antonini. L'impatto ambientale è potenzialmente
enorme, sia in termini di contaminazione derivante dall'uso dei prodotti primi
immessi nel processo, sia per la combustione degli stessi che producono
sostanze nocive.
Il rischio sanitario e ambientale è ancor più
evidente se si considera che per il funzionamento di tali impianti viene usato
un gran quantitativo di Gasolio e che le temperature richieste per ridurre (non
azzerare) i rischi della BSE (la famosa "mucca pazza") sono di 1100o
in una caldaia per 0,2 secondi o a 850o per 2 secondi. Che tipo di motori o
caldaie ha questo impianto?
Sul territorio non vogliamo questo tipo di
ecomostri, de facto mini inceneritori che andrebbero a minare salute e
ambiente, nonchè vocazione agricola e turistica della zona.
Sembra che ci siano stati nei mesi precedenti alle
elezioni, pressioni e richieste di autorizzazioni da diverse aziende legate al
ciclo dei rifiuti.
I cittadini genzanesi devono opporsi con tutte le
forze a questo tipo di impiantisca sperando che la nuova amministrazione faccia
tutto quanto in potere per poter stigmatizzare e interrompere questo scempio
nel rispetto del bene comune, ovvero della salute pubblica.
I cittadini devono essere informati ed è per questo
che il comitato spontaneo Genzano sostenibile invita tutti i cittadini, i
partiti e le associazioni a riunirci il giorno 17 settembre presso l'anfiteatro
dell'oasi alle ore 19 per organizzare la campagna di reperimento informazioni e
di protesta su questo impianto.