Giovedì 17 marzo a Palazzo Sforza Cesarini una conferenza
su Guido Ucelli e il Museo delle navi romane di Nemi: a relazionare sul tema saranno
la dottoressa Paola Redemagni del Museo della Scienza e della Tecnica
"Leonardo da Vinci" di Milano e la dottoressa, storica dell’arte,
Daniela De Angelis. La conferenza, che si svolgerà a partire dalle ore 17:00
nella Sala delle Armi, si propone di ripercorrere itinerari ancora poco
conosciuti di storia novecentesca, collegando arte, archeologia, museologia,
cronaca, alla ricerca di inedite prospettive e nuovi punti di vista su di un
passato a noi così lontano e così prossimo al contempo.
Il primo intervento, a cura della dottoressa Redemagni,
riguarderà la figura dell'ing. Guido Ucelli di Nemi, patrocinatore e ideatore
sia del museo milanese che di quello nemorense dedicato alle navi di Nemi. Ucelli,
infatti, dal 1928 al 1932 si dedicò al recupero delle navi sommerse dalle
acque del lago di Nemi, intervento effettuato con l'aiuto delle potenti
idrovore della Società Riva di Milano, di cui era Amministratore delegato. Più
tardi, promosse la creazione dell'innovativo Museo della Scienza e della
Tecnica di Milano, dimostrandosi un valido esempio di tecnocrate aperto alla
cultura e all'arte. Due musei così diversi e lontani l'uno dall'altro recano
dunque l'impronta di questo illuminato mecenate, che durante la guerra si
prodigò per offrire aiuto ai perseguitati e finì in carcere con la moglie,
prima della sofferta Liberazione.
Seguirà l'intervento della dottoressa Daniela De Angelis
sulla figura dell'ing. Natale Prampolini, amico di Ucelli e autore delle più
grandi bonifiche degli anni Trenta in Italia. De Angelis, unitamente a Nicola
Tirelli Prampolini ha appena pubblicato l'Epistolario di Prampolini e sua
moglie, un libro che comprende anche il carteggio Prampolini-Ucelli. I due
ingegneri, infatti, collaborarono per lunghi anni in occasione di vasti lavori
pubblici, ricevendo i predicati "del Circeo" e "di
Nemi" per i loro meriti. Tra l'altro, quando i Prampolini dovettero
fuggire dalla loro città invasa dai tedeschi, furono accolti proprio nella casa
meneghina degli Ucelli, a dimostrare il filo rosso che legò le figure di questi
due grandi manager italiani.
Con l'occasione ci permettiamo di consigliare il libro Guido Ucelli di Nemi industriale, umanista, innovatore (la copertina a desta nella foto).