sabato 25 aprile 2015

La democrazia ad Ariccia - TRIBUTO ALLA VERITÀ.


Dopo oltre tre mesi ci sarà un nuovo consiglio comunale ad Ariccia. Una frequenza  così bassa delle adunanze consiliari appare come segno grave di una democrazia malata. 
E viene da pensare che  in questa piccola città non ci sia nulla di cui discutere oppure ciò di cui si dovrebbe parlare è oggetto di private contrattazioni in stanze non accessibili ai cittadini?

Ma cosa ci porta il nuovo consiglio comunale previsto per il 28 aprile prossimo? Ebbene, dopo tanta attesa, un solo punto in discussione, se si escludono i primi due che sono di prassi (approvazione verbali sedute precedenti e interrogazioni). Si tratta di una ratifica di accordo di programma del Patto territoriale delle Colline Romane. Progetto di cambio di destinazione d'uso e ampliamento del seminterrato dell'unità immobiliare.

Sicuramente una cosa importante (?) che certo tutti gli abitanti di Ariccia aspettavano da tempo!!!

Altri argomenti come la tutela del territorio, la viabilità cittadina, l'integrità delle strade, la sicurezza dei cittadini, i trasporti pubblici, la crisi del commercio, l'immondizia nelle strade, l'acquedotto che è un colabrodo, sono cose che passano in secondo piano e poi, lentamente,  nel dimenticatoio degli amministratori e dei mesi senza consigli comunali.

Per rimanere in tema pubblichiamo uno scritto di Roberto Di Felice, consigliere comunale, leader di Patto Sociale e Uniti per Cambiare, relativo alla trasparenza di quest'amministrazione, argomento le riprese del consiglio comunale.

Roberto Di Felice
Le riprese audio-visive delle sedute del consiglio comunale verranno effettuate a partire - si spera - dalla prossima seduta (sono trascorsi ormai tre mesi dall'ultima, a causa di frizioni interne alla maggioranza cianfanelliana provocate da uno scopo "nobile": la cura di questioni urbanistiche tanto cara a qualche membro di questa maggioranza) per iniziativa di quattro consiglieri comunali, tra i quali lo scrivente, che presentarono la richiesta di convocare un consiglio comunale straordinario, che si tenne finalmente, dopo uno specioso rinviare da parte della maggioranza, non per cortese concessione di quest'ultima o per un'improvvisa voglia di Emilio Cianfanelli di informare meglio la cittadinanza (il quale, come è dimostrabile per tabulas, per diversi mesi non ha dato risposta con azioni concrete alle richieste di un altro soggetto politico privo di rappresentanza consiliare), ma perché il presidente del consiglio comunale fu normativamente costretto in virtù del fatto che la richiesta di convocazione era supportata dal numero di consiglieri necessario per obbligare il presidente a convocare un consiglio comunale straordinario.
Quando, infine, si tenne l'adunanza del consiglio comunale richiesto da me e dagli altri consiglieri comunali, furono messe a confronto due proposte di regolamento delle riprese audio-visive dei lavori di tale organo: quella della maggioranza e quella che avevo redatto io anche a nome degli altri consiglieri firmatari della predetta richiesta di convocazione.
Ricorrendo alla normativa nazionale e sovranazionale, ho dimostrato, in quella sede, che la proposta di regolamento della maggioranza è - per usare un'espressione non irridente - del tutto non soddisfacente, a tacer d'altro, il criterio della massima diffusione dell'informazione e ho dimostrato che addirittura è stata copiata dal sito di un Comune toscano, mentre quella nostra è originale (cioè non copiata da alcuna fonte) e avente un carattere esaustivo (come attestatomi da vari esponenti politici di altri paesi che mi hanno rivolto la richiesta di averne una copia) e un'impostazione, sempre a tacer di altri aspetti innovativi, supportante il rispetto pieno del criterio richiamato.
La maggioranza si chiuse a riccio e approvò la sua proposta, che ben poco apporterà al rispetto pieno del diritto all'informazione, e non la nostra, a dimostrazione di quanto Emilio Cianfanelli e i suoi sodali abbiano a cuore il pieno rispetto di tale diritto.
Questa è la verità documentale, come chiunque può appurare anche ricorrendo alla lettura degli atti consiliari contenuti nel sito istituzionale del Comune di Ariccia.
Quelli della maggioranza asseriscono spesso che l'amministrazione comunale deve essere una casa di vetro. Solo parole, peraltro usurate, perché questa casa appare avere vetri fumée.

D'altro canto, a ogni livello numerosa parte della fauna politica dà dimostrazione che informare poco o parzialemente o volutamente male dà ampio spazio alla produzione di "verità" inventate dagli istrioni.

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