Il Maestro Giovanni Meoni |
È una grande occasione quella che
si presenta ai cittadini di Ariccia e dei Castelli Romani. Giovedì prossimo, il
22 dicembre alle ore 20,00 a Palazzo Chigi, potranno assistere al concerto del
Maestro Giovanni Meoni, baritono acclamato sui più importanti palcoscenici
lirici, insignito di importanti riconoscimenti quali il "Premio
Lauri-Volpi" e il "Premio Ettore Bastianini", interprete
raffinato della tradizione operistica italiana, e in particolare di quella
verdiana. L’occasione è per festeggiare i suoi 25 anni di carriera artistica e si farà con un concerto che lo vede
protagonista e che chiuderà in modo trionfale la programmazione della Stagione
2016 de “I Concerti dell’Accademia degli Sfaccendati”.
Nella splendida Sala Maestra del
berniniano Palazzo Chigi di Ariccia, saranno con lui, per festeggiarlo, il
soprano Cinzia Forte, il pianista Marco Scolastra e il giornalista Michele
Suozzo che introducendo i brani in programma delineerà un ritratto artistico
del baritono castellano.
Tutti insieme appassionatamente
per celebrare l’arte del bel canto italiano e i suoi tesori musicali che tutto
il mondo ammira.
Con il Maestro Meoni, una persona
squisita, ho avuto la fortuna di intrattenere una piacevole conversazione
proprio ieri. Abbiamo parlato, di cultura, di musica e della sua splendida
carriera di baritono che lo ha visto nei teatri e nelle sale più importanti e
prestigiose di tutto il mondo, da Roma a New York, da Tokio a Berlino, portando
il prestigio della cultura e dell’arte italiana in tutti i 5 continenti.
Giovanni Meoni è nato a Genzano
di Roma. Figlio di mamma ariccina, è “ricciarolo doc” e vive ad Ariccia, anche
se ha studiato prevalentemente a Genzano dove si è diplomato al liceo
scientifico Vailati.
Il debutto di Meoni come cantante
lirico è stato il 21 settembre del 1991 e adesso, con qualche mese di ritardo,
a settembre era in Austria che stava cantando nella Traviata, festeggerà a
Palazzo Chigi: - Cantare a Palazzo Chigi
è una richiesta che in questi anni mi era stata fatta tante volte anche dalle
varie amministrazioni che si sono succedute ma -percepisco un pizzico di
amarezza nelle sue parole- “nemo profeta
in patria”. Se avessi fatto la mia carriera, lo dico con tutto il rispetto per
i calciatori, tirando calci ad un pallone sarei stato molto più osannato e i
manifesti sarebbero stati appesi ovunque. Invece faccio il cantante d’Opera, il
musicista, svolgo un’attività che da cultura, che da piacere, che da godimento
all’orecchio oltre che all’occhio, e magari in un paese come il nostro,
oggigiorno, questo viene visto un po’ “come un di più” che se c’è c’è, se non c’è
pazienza. In altre parti d’Italia, in Emilia Romagna, nel Veneto, è pieno di
amanti della musica lirica, ci sono circoli dedicati all’Opera, mentre qui da
noi questa cosa è sentita un po’ meno. Del resto -ci dice- Verdi era di Parma e ovunque da quelle parti
aleggia ancora lo spirito verdiano in tutto ciò che hanno, dal cibo all’Opera
stessa. In quei luoghi è tutto impregnato di Opera. Da noi questo influsso è
più mitigato anche dal fatto che non abbiamo la mole di teatri che invece sono
presenti al Nord. Non abbiamo la grande tradizione che hanno loro. Però Palazzo Chigi è il posto giusto e questa
volta -ci dice- la collaborazione e la spinta di Giovanna Manci è stata determinate
nell’organizzazione di questo evento-.
Quale suggerimento potrebbe dare,
maestro Meoni, alle amministrazioni dei Castelli Romani per avvicinare di più i
cittadini alla cultura del Bel Canto, alla musica, all’opera lirica?
-Il problema nostro è che siamo così vicini a Roma. Per certi versi è
la nostra fortuna, per certi altri, essendo tutto accentrato su Roma, qualsiasi
evento è sempre li. Siamo vicini e quindi è chiaro che siamo, sia scaldati da
questa luce di Roma, sia, in un cero senso, risucchiati. Secondo me si dovrebbe
valorizzare ancora di più il nostro patrimonio culturale dei Castelli Romani.
Albano, Ariccia, Genzano sono già un filone di tre paesi che potrebbero portare
avanti dei discorsi culturali univoci importantissimi. Per quanto riguarda il
discorso musicale e operistico, a mio giudizio, qualcosa in più si potrebbe
fare, al di là dei concerti di musica classica che, grazie proprio a iniziative
come quella di Giovanna Manci, vengono realizzati a Palazzo e, ogni tanto, ho
visto con piacere, anche l’amministrazione di Albano propone delle opere nell’Antico
Anfiteatro Romano ai Cappuccini. Questo è già qualcosa. Ma oggi la questione è
economica: l’Opera costa e il botteghino non riesce a coprire le spese. Ci sono
problemi anche nei teatri grandi e importanti che prima vivevano anche grazie
alla sponsorizzazione dello Stato, ma questi soldi oggi si sono molto ridotti.
Ci vorrebbero degli sponsor che potessero avere dei rientri in detassazione
fiscale o almeno un reale ritorno d’immagine. È con i problemi economici che si
scontrano anche realtà più piccole e, se oggi mettere su un’opera lirica è
costoso, è vero che, con la passione e la voglia, qualcosa di più si potrebbe
fare e a me piacerebbe moltissimo rendermi un pochino utile in questo senso-.
Di seguito il programma del
concerto di Giovedì 22 per i 25 anni di carriera artistica del baritono GIOVANNI
MEONI
PALAZZO CHIGI – ARICCIA
Giovedì 22 dicembre 2016 – ore 20
pianista MARCO SCOLASTRA
con la partecipazione del soprano
CINZIA FORTE
introduzione di MICHELE SUOZZO
G. Donizetti (1797 – 1848)
“Vien Leonora” da La Favorita
G. Verdi (1813 – 1901)
“Di Provenza il mar il suol” da
La Traviata
G. Puccini (1858 – 1924)
“Vissi d’arte” da Tosca
G. Verdi (1813 – 1901)
“Oh, de’ verd’anni miei” da
Ernani
G. Donizetti (1797 – 1848)
Gran Valzer su motivi del Don
Pasquale (pf. solo)
G. Verdi (1813 – 1901)
“Eri tu” da Un ballo in maschera
G. Verdi (1813 – 1901)
“Dio di Giuda” da Nabucco
G. Rossini (1792 – 1868)
Assez de memento: dansons (pf.
solo)
G. Verdi (1813 – 1901)
“Udiste… Mira di acerbe lacrime”
da Il Trovatore
G. Rossini (1792 – 1868)
“Sois immobile” da Guillaume Tell
G. Puccini (1858 – 1924)
“Un bel dì vedremo” da Madama
Butterfly
G. Verdi (1813 – 1901)
“Credo in un dio crudel” da
Otello
“I Concerti dell’ Accademia degli
Sfaccendati” presso il berniniano Palazzo Chigi di Ariccia si sono affermati
nel panorama nazionale delle rassegne musicali sia per la qualità artistica
degli interpreti che per l’originalità e lo spessore culturale delle
programmazioni. Il progetto, ideato da Giacomo Fasola per la Direzione
Artistica di Giovanna Manci e con l’organizzazione della Coop Art di Roma e la
collaborazione del Comune di Ariccia, si propone di valorizzare una importante
tradizione culturale legata al territorio ma di respiro e rilevanza nazionale,
quella dell’Accademia degli Sfaccendati fondata a Roma nel 1672 dai Chigi ed
attiva nel palazzo nobiliare di Ariccia dove fece rappresentare il Tirinto la
prima opera composta da Bernardo Pasquini.
I biglietti si possono acquistare in prevendita solo presso Palazzo Chigi (10/13 – 16/18 chiuso il lunedì) oppure con Bonifico.
Data la grande affluenza vi consigliamo di acquistare o prenotare i biglietti chiamando la nostra Segreteria ai numeri 06.9398003 – 333.1375561.
La prenotazione si ritiene confermata se il biglietto viene ritirato almeno 30 minuti prima l’inizio dello spettacolo.