martedì 10 luglio 2018

Un libro può essere una scintilla che accende una fiaccola

di Fabio Ascani
Mio padre, specie negli ultimi tempi, quando ormai si trovava ad avere il consistente numero di nove nipoti in età tra i 10 e i 22 anni, amava spesso ripetere la frase di Plutarco: I giovani (in realtà sarebbe “gli studenti”) non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere.

   I giovani sono  futuro e  speranza. Ma se è compito dei più grandi, dei genitori, dei nonni degli insegnati, quello di suggerire o mostrare la scintilla che accenda la loro fantasia, sta ai ragazzi stessi trovare la propria strada. Andare incontro al proprio futuro costruendo solide basi su cui poggiare la propria esistenza non è un compito banale e spesso richiede la capacità di saper guardare a ciò che è già stato fatto, ai cammini che già sono stati percorsi, ai pensieri che già sono stati pensati, per fare proprio questo bagaglio di conoscenze ed esperienze rielaborandole e sommandole alle nuove, quelle personali e originali.

Nei libri si trova molto di tutto questo. Non tutto, certo, ma molto. Leggere è un privilegio e un dono oggi da molti sottovalutato. Un buon libro è un concentrato di idee ed esperienze che possono diventare del lettore, formandolo, che sia giovane ma anche adulto o vecchio.
Un libro può essere una scintilla che accende una fiaccola.

È successo tempo fa e ancora oggi mi capita di “accendermi” leggendo Alda Merini. Per esempio:
Alda Merini
 A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruivi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà
quotidiana.

(da “La vita facile”)





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