domenica 4 marzo 2012

La storia ci dà ragione: la resa dei conti (seconda parte). In attesa di ECO 16 n 26


In attesa della pubblicazione del prossimo numero di ECO 16, in distribuzione l'8 marzo, e in cui si parlerà di sanità, di ambiente e di lotta contro inceneritore di Albano, della politica ai Castelli, del Piano Casa Regionale ma anche di cronaca e di sport, di cinema e di arte, consigliamo a tutti la lettura di questo articolo di Daniele castri, responsabile legale del NO INC

La storia ci dà ragione: la resa dei conti
(seconda parte, la prima parte è stata pubblicata sul numero 25 di ECO 16).
di Daniele Castri
Quel “famoso” 20 Aprile 2009, alla Regione Lazio, nel corso della conferenza dei servizi che approvò definitivamente - costi quel che costi - la localizzazione ad Albano del tristemente noto inceneritore, non vennero riportati a verbale i quattro pareri di totale contrarietà alla “realizzazione dell’opera” della Asl Rm-H (ma solo un breve sunto degli stessi). Eppure, tali pareri, lasciavano e lasciano - ieri come oggi - davvero pochi margini di dubbio (stralci dei pareri della Asl Rm-H): “si ritiene, pertanto, di non dover esprimere un favorevole giudizio alla realizzazione dell’opera”, “Il ricorso al principio di precauzione deve trovare, in questo caso, conseguente applicazione poiché la nostra valutazione scientifica indica possibili effetti inaccettabili ed incoerenti con l’elevato livello di protezione igienico/sanitaria prescelto dall’Unione Europea”, “poiché 46 autorevoli studi concordano sull’incremento significativo, nella maggior parte dei casi, di patologie oncologiche nelle persone residenti in prossimità degli inceneritori, codesto Dipartimento non può esprimere un favorevole parere in relazione all’impianto di cui trattasi”, “è il principio di prudente cautela consiglia, quindi, di non esprimere, in tal caso, un favorevole giudizio in ordine alla questione in oggetto.”
Più che semplici pareri di contrarietà nei confronti dell’inceneritore di Albano, veri e propri atti di resistenza.
Le principali motivazioni del diniego della Asl Rm-H?
  1. Acqua: l’inceneritore consuma 28000 (28 mila) litri di acqua potabile l’ora - H 24 - 365 giorni l’anno. (Stralcio del parere Asl Rm-H) “Tale quantità di acqua, o anche poco più che una limitata frazione di essa, sarebbe incompatibile con il mantenimento di una condizione igienico-sanitaria adeguata al territorio … problema inter-connesso alla ridotta fruibilità del bene acqua che attualmente già si realizza in diversi periodi dell’anno nelle utenze della cittadinanza di Albano per la crisi idrica della zona”. Acqua sottratta alla comunità civile: non esiste, difatti, un circuito d’acqua industriale distinto da quello civile.
  2. Nano-particelle. La combustione a temperature elevatissime (1600 gradi circa) dei “rifiuti” (CDR o eco-balle: ovvero carta, plastica, legno e derivati; la frazione che si ricicla al 100%, a freddo ed a ciclo continuo) all’interno degli impianti di incenerimento provoca la dispersione nell’aria, H24, di nano particelle e gas cancerogeni pericolosi per la salute umana e per l’ambiente (diossine, furani, ossidi di zolfo, etc).
  3. Eccessi epidemiologici (stralcio parere della Asl Rm-H): “è stato considerato il recente risultato dello studio epidemiologico relativo alla valutazione delle condizioni di salute della popolazione residente nel Comune di Albano: eccessi di mortalità superiori al 50% per le malattie respiratorie e per le malattie polmonari croniche e pari al 60% per le malattie dell’apparato genito-urinario negli uomini. Tali eccessi statisticamente significativi s’aggiungono ad una mortalità per tutti i tumori superiori all’atteso; eccessi di mortalità, inoltre, per il tumore alla vescica, per i tumori del tessuto linfatico ed emopoietico. Eccesso della mortalità per tutte le cause pari all’8%. Le donne residenti nel Comune di Albano muoiono di più delle donne residenti nel Lazio per malattie cardiovascolari, ischemiche, respiratorie e dell’apparato genito-urinario. Eccessi statisticamente significatici anche per i ricoveri ospedalieri per le malattie respiratorie, in particolare per la BPCO e dell’apparato genitourinario. Quadro di mortalità, in generale, caratterizzato da eccesso per le malattie respiratorie, dell’apparato genitourinario in entrambi i sessi, per tutti i tumori nei maschi e per le malattie cardiovascolari nelle donne. Ricorso al ricovero ospedaliero per entrambi i sessi più elevato rispetto al riferimento regionale. Recenti studi tossicologici e di “igiene industriale” hanno messo in luce come proprio la tipologia degli impianti di cui trattasi sia coinvolta nelle emissioni di nano particelle il cui significato e contributo in termini di danno alla salute è, oggi, oggetto di fortissime preoccupazioni trattandosi di particelle ultrafini mai considerate in precedenza e nei rilievi delle emissioni.”
  4. Distanza: l’inceneritore verrebbe localizzato a meno di 300 metri dalla prima abitazione di Villaggio Ardeatino. L’inceneritore rientra tra le categorie industriali insalubri di prima categoria e come tale è incompatibile con l’immediata prossimità a zone urbanizzate (cittadini di Via Massimetta, Via Pantanelle, Via Cancelliera, Villaggio Ardeatino, Villa Franca, Quarto Palazzo, Valle Gaia) e zone industriali (lavoratori delle fabbriche). La legge non permette tanta vicinanza. (Stralcio parere Asl Rm-H) “L’impianto tratterà unicamente CDR (carta, plastica, legno e derivati), tuttavia la possibilità che accadano ipotesi “diverse” non appare pure utopia. E l’ipotesi probabilistica che accadano situazioni “critiche” va considerata, comunque, sotto un profilo delle tutele da adottare in tema di opportuna distanza dalle abitazioni alla luce delle esperienze occorse.”
  5. Tipologia industriale. L’inceneritore costituisce un “prototipo industriale” mai realizzato ne sperimentato prima ad ora in nessuna parte del mondo: le popolazioni limitrofe verrebbero utilizzate come “cavie”.
  6. Rumorosità: l’inceneritore produce emissioni sonore che interessano i cittadini delle vicine abitazioni. Emissioni da 88 a 99,5 dB incompatibili con la destinazione agricola dell’area (limite di legge per le zone agricole pari 60 dB.)
  7. Traffico: gli automezzi pesanti che portano 220000 (duecentoventi mila) tonnellate di CDR e 10000 (dieci mila) tonnellate di carbone all’anno, gravitano in una rete viaria (Appia, Nettunense, Ardeatina, Laurentina) sovra satura: pericolo ulteriore per la salute d’una popolazione “già aggredita da noxae ( ) ambientali di varia tipologia.”
  8. Raccolta differenziata: ( Stralcio parere Asl Rm-H) “In ogni caso dovrebbe avvenire o essere potenziata, per quanto possibile, l’attivazione in tutti i comuni del territorio della Asl Rm-H della raccolta differenziata porta a porta”. La Asl Rm-H sottolinea, contestualmente, la necessità di sottoporre urgentemente a bonifica i vecchi invasi al fine di ridurre l’inquinamento complessivo (sommatoria delle fonti d’inquinamento) del sito di Roncigliano” (cosa che non è ancora avvenuta).
Il Dott. Luca Fegatelli (uno dei “padri” dell’inceneritore di Albano e del VII invaso, dirigente della Regione Lazio), nonostante criticità di tale portata, così concludeva i lavori della conferenza dei servizi del 20 Aprile 2009 in ordine alle questioni epidemiologiche: “Nel caso specifico della localizzazione in oggetto (ndr: ovvero della localizzazione dell’inceneritore più grande d’Europa all’interno d’un sito su cui insiste, da 33 anni, una discarica per rifiuti indifferenziati) non emergono prove scientifiche circa una maggiore nocività di questa tecnologia se collocata nel sito individuato.”
E buona pace se ad Albano - ancora prima della localizzazione dell’inceneritore – ci s’ammala di tumore, ci si ricovera e si muore di più che nel resto della Regione Lazio.
A chi interessava – ieri, ed a chi, mi chiedo, ancora oggi - la localizzazione ad Albano del tristemente noto inceneritore e del VII invaso?
    Questa battaglia di legalità e civiltà, siamo certi, riusciremo a vincerla, anche al Consiglio di Stato.

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