di Francesca Senna
Un altro testo di Zafòn che ci conduce in un’ambientazione
insolita e diversa.
La storia comincia con la narrazione di uno dei personaggi
Ian, già adulto, che ormai da anni vive in Inghilterra e lavora come medico; è
lui a richiamare alla memoria gli eventi perché non se ne perda traccia. Rappresenta
la memoria narrante di una cara amicizia, che ha sempre legato tutti i
personaggi.
La storia vede protagonisti dei ragazzi, tutti ugualmente
importanti e fondamentali nello svolgimento della trama. Roshan, Isobel, Siraj,
Seth, Michael, Ian e Ben: sono i membri della Chowbar Society e ospiti
dell’orfanotrofio Saint Patrick. Non fanno altro che riunirsi di notte
all’interno di un edificio abbandonato chiamato ‘Il Palazzo della Mezzanotte’,
per raccontarsi a vicenda le storie di fantasmi, che la città nera di Calcutta
nasconde… fino allo svelarsi di un inquietante mistero.
Orfani di vita, nasce fra di loro una profonda amicizia e
soprattutto il bisogno di un’unica missione, quella di affrontare il pericolo
sempre insieme. L’amicizia diventa un valente sostituto della famiglia.
La narrazione è fascinosa e misteriosa, dona una anima ad una
Calcutta a tinte gotiche. La sintassi è semplice nelle descrizioni e mette in risalto,
a volte, un’estrosa ebbrezza poetica.
Rispetto al primo capitolo della trilogia manca però quel
brivido che – personalmente – non mi ha suscitato un coinvolgimento pieno e
totale.