mercoledì 2 marzo 2016

Bambini in vendita

Comprare un bambino. Sono parole che anche solo a sentirle creano disagio e fastidio nelle persone libere e sane. Il mercato degli esseri umani dovrebbe essere terminato da molto tempo e specie nei paesi così detti civili, ma non è così. Chi ha buone disponibilità economiche può letteralmente prenotare e acquistare, dove ciò è consentito, un neonato. Attraverso la pratica “dell’utero in affitto”, della “mamma surrogata” eterosessuali o omosessuali possono avere il loro bebè. È una pratica egoista e classista, dove si pensa per prima cosa ad appagare il desiderio di genitori mancati piuttosto che pensare alle reali necessità ed esigenze del piccolo.

Ha scritto Giorgio Cremaschi su Micromega:
L’utero in affitto è una mostruosità del mercato che sfrutta le donne ed il loro corpo. Ed è una violenza di classe, perché sono le donne povere che per necessità vendono e le coppie ricche che comprano. Io credo che la legge debba proibire e punire simile mercato. E soprattutto credo che la legge debba comunque riconoscere come autentica madre la madre cosiddetta surrogata, con tutti i diritti del caso. Meglio una famiglia con tre genitori che una con un figlio comprato. Si garantisca poi per legge la piena possibilità di adozione per i bambini GIÀ nati, senza discriminazioni. Ci sono milioni di orfani, adottate quelli per la miseria.

Ma se invece di venderlo un bambino lo si donasse? Giulia Innocenzi, ex conduttrice di ANNO 1, ha scritto sulla sua pagina Facebook: Se mia sorella, una mia cara amica o amico, avessero un giorno bisogno della maternità surrogata, mi offrirei. Sarebbe un grandissimo gesto d'amore che arricchirebbe le nostre vite e le nostre famiglie, in continua evoluzione.
Ma in Italia non si può. Li mandiamo in un paese asiatico, dove la donna sarebbe effettivamente sfruttata in quanto disperata? REGOLAMENTARE E' L'UNICA SOLUZIONE!

Messa in questi termini la questione appare meno scabrosa, velata da dolcezza e disinteressato amore fraterno, ma in realtà è accompagnata da tanta pericolosa leggerezza che non prende in considerazione che un uomo, un essere umanano, anche nei primi momenti della sua vita, non è proprietà di nessuno e come ogni suo simile dovrebbe godere del diritto naturale di essere concepito e nascere libero. Un diritto che nel mondo, per guerre, soprusi e ingiustizie, ben pochi hanno avuto e continuano ad avere. Nella nostra piccola, “profumata”, ed egoista porzione di pianeta detta “Occidenete sembra che certe cose alcuni tendano a dimenticarle, molti anche in buona fede, nell’ottica che si deve essere felici e che per raggiungere la “felicità” tutto, o quasi, è lecito. Così il più indifeso degli esseri può essere banalmente trasformato, a sua insaputa, in qualcosa che si può donare, degradandolo, anche involontariamente (forse), dalla dignità di essere umano a quella di essere cosa per la felicità di altri.

Le persone non sono di nessuno, non si comprano e non si possono donare, neanche da parte di chi ne è genitore naturale.

Fabio Ascani


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