Di Bianca Maria Zama*
L'avventura italiana dell'euro inizia con il trattato di Maastricht nel 1992 dopo la riunificazione tedesca conseguente alla caduta del muro. Il trattato stabiliva la strada per la convergenza monetaria dei 12 paesi aderenti all'epoca, con la determinazione dei cambi fissi irrevocabili avvenuta nel 1998 , ma prevedeva una clausola di salvaguardia chiamata opzione opting out ovvero la possibilità di poter recedere in qualsiasi momento. E qui si verifica l'inspiegabile decisione dei politici italiani : non utilizzeranno tale opzione, mentre la Danimarca e l'Inghilterra la utilizzeranno e, pur rimanendo nell'Unione Europea a pieno titolo non entreranno nel progetto della moneta unica.
Bianca Maria Zama |
Perché rinunciare alla propria valuta , accettare il cambio fisso a 1936,27 lire contro un euro chiaramente impostoci dai tecnocrati europei senza alcun processo nè di trasparenza nè di contrattazione? Era evidente che per l'Italia, avendo un'economia manifatturiera, un marchio Made in Italy affermato in molti settori ed un mercato orientato all'esportazione, basato anche sul cambio favorevole del basso valore della lira rispetto alle altre valute, era cruciale la fissazione di un cambio che riflettesse queste condizioni (molti economisti l'hanno identificato a 1€=1000 lire ovvero quasi la metà di quello che è stato).
Cosa ci ha guadagnato l'Italia da questa scelta?
Una caduta verticale dell'indice di produzione industriale e, lasciatemelo dire non ci voleva un Nobel per prevederlo. Gli effetti li vediamo ben operanti anche oggi: fallimenti e chiusure, disoccupazione e crollo della domanda interna.
Ed invece cosa ci hanno raccontato i politici italiani sull'argomento ? Perché improvvisamente la nostra economia si è bloccata, ben prima, sia chiaro del crack Lehman Brothers? La frase magica è la mancanza di riforme , la mancanza di rigore nei conti pubblici , l'enorme debito pubblico, tutte cose peraltro imputabili alla politica stessa degli ultimi 30 anni e che c'erano già. Non basta a spiegare perché da quarta potenza mondiale siamo finiti al numero nove. L'Italia, è evidente, è stata svenduta all'euro ed ad un'unione che è tale solo in teoria, nel senso che non si basa sulla solidarietà tra i popoli europei , ma sugli egoismi e convenienze degli Stati più forti a danno di quelli resi più vulnerabili proprio dalla moneta comune. Non è l'Europa che vogliamo e andiamo al Parlamento europeo per cambiarla radicalmente .
È un impegno in cui crediamo fermamente e che perseguiremo con impegno , ma che potremo vincere solo se saremo tutti uniti nell'informare i cittadini dell'importanza dell'appuntamento elettorale del 25 maggio.
Solo allora potremo dire che: vinciamo noi!
(*Bianca Maria Zama è candidata alle elezioni europee con il Movimento 5 Stelle)