Di Mara Ziantoni*
Molto
è stato scritto sulle innumerevoli cause che ci hanno portato ormai da più di 6
anni a vivere la più lunga crisi economica e sociale che la storia recente
annoveri. La stessa crisi del '29 ha dato i primi segni di discontinuità o di
ripresa in tempi decisamente più brevi , dopo 5 anni.
Mara Ziantoni con Beppe Grillo |
L'attuale
invece sembra non conoscere limiti ed ingigantirsi di anno in anno, con il
pesante fardello in termini di sofferenza ed infelicità inevitabili: suicidi
direttamente riconducibili alla situazione economica, fallimenti aziendali,
chiusure di attività commerciali, desertificazione produttiva di vaste zone,
disoccupazione crescente in un Paese in cui già l'occupazione era tra le più
basse d'Europa a causa della scarsissima percentuale di donne nel mondo del lavoro,
emigrazione massiccia verso altre destinazioni europee o più distanti, caduta
dei redditi e contrazione dei risparmi.
La
soluzione politica proposta ed applicata dai governi dal 2008 ad oggi si
sostanzia in tagli alla spesa pubblica (sanità, istruzione, pensioni
principalmente) ed un aumento vertiginoso e costante delle tasse dirette ed
indirette, nonché alla creazione di altre . Ovviamente i risultati sono ben
chiari a tutti: il rigore produce il circolo vizioso di aggravare ancora di più
la situazione di partenza, peraltro determinando un peggioramento ulteriore
del deficit e del debito pubblico, ovvero l'esatto opposto di quello che si
dichiara di voler ottenere. E visto che l'accanimento in tal senso viene
perseguito con una feroce determinazione la domanda sorge spontanea: tutto
questo è voluto?
È
credibile pensare che i governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi (gli ultimi 3
sostenuti da accordi di larghe intese PD e PDL) non sappiano prendere atto che
la cura attuata aggrava la malattia?
A
questo dobbiamo aggiungere la forte pressione imposta dall'unione europea ai
paesi giudicati dai parametri di
Maastricht non virtuosi, con il
trattato riguardante il Fiscal Compact e con l'istituzione del MES *che
certamente aggravano ulteriormente la situazione di chi si trova più in
difficoltà degli altri, pur non essendo di sostegno neanche per i paesi
virtuosi.
Appare
chiaro che la risposta alla domanda posta è affermativa , questo è un risultato voluto perché conduce ad una
chiara ed evidente redistribuzione del reddito in favore delle classi più
abbienti, il famoso 1% , a danno del 99% della popolazione.
È
come se il passato oscuro studiato nei libri di storia, fatto di assenza di diritti ad un reddito
dignitoso, alla salute, alla pensione, ad uguali opportunità, in breve alla
civiltà, riemergesse improvvisamente per divorare il futuro.
E
allora la domanda è: siamo disposti a permetterlo? Continueremo a far finta
che la cosa non ci riguardi? Che la ripresa è dietro l'angolo?
Il
25 maggio 2014 è la data in cui con una matita potrai dare la risposta.
Se
la risposta è SI non andare a votare o vota uno qualunque dei partiti che hanno
sostenuto e sostengono gli ultimi 4 governi Berlusconi/Monti/Letta/Renzi, è una
strada che conosci già e sai dove ti porta.
Se
la risposta è NO mi dispiace, ma il compito è più gravoso perchè non basterà
votare l'unico MoVimento politico che si è opposto a questo sistema e che va in
Europa per ridiscutere tutto e non per omaggiare il gota del sistema
affaristico/finanziario come è stato fatto sino ad oggi, ma dovrai attivarti
per farlo capire anche agli altri, dovrai informarti e non lasciarci soli a
combattere quelle che sono anche le tue battaglie.
Nel
MoVimento 5 Stelle funziona così.
La
responsabilità ora è anche tua.
O
NOI (99%) o LORO (1%).
Da
che parte stai?
* Fiscal compact o Trattato sulla stabilità,
coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria. L'accordo prevede
per i paesi contraenti l'inserimento, in ciascun ordinamento statale di diverse
clausole o vincoli tra le quali: 1) obbligo del perseguimento del pareggio di
bilancio (art. 3, c. 1); 2)
obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo
0,5% del PIL (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al
60% del PIL), significativa riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL al
ritmo di un ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell'arco
di un ventennio (artt. 3 e 4). Impegno a coordinare i piani di emissione del
debito col Consiglio dell'Unione e con la Commissione europea (art. 6).
Il
Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche Fondo salvaStati, nasce come
fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro (art.
3). Esso ha assunto però la veste di organizzazione intergovernativa (sul
modello dell'FMI), a motivo della struttura fondata su un consiglio di
governatori (formato da rappresentanti degli stati membri) e su un consiglio di
amministrazione e del potere, attribuito dal trattato istitutivo, di imporre
scelte di politica macroeconomica ai paesi aderenti al fondo-organizzazione.
Il fondo emetterà prestiti (concessi a tassi
fissi o variabili) per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà
e acquisterà titoli sul mercato ma a condizioni molto severe. Queste condizioni
rigorose "possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche
al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite" (art.
12). Potranno essere attuati, inoltre, interventi sanzionatori per gli stati che
non dovessero rispettare le scadenze di restituzione i cui proventi andranno ad
aggiungersi allo stesso MES. È previsto, tra le altre cose, che "in caso
di mancato pagamento, da parte di un membro dell'Esm, di una qualsiasi parte
dell'importo da esso dovuto a titolo degli obblighi contratti in relazione a
quote da versare [...] detto membro dell'Esm non potrà esercitare i propri
diritti di voto per l'intera durata di tale inadempienza" (art. 4, c. 8).
(*Mara Ziantoni è candidata alle elezioni europee con il Movimento 5 Stelle)