sabato 9 aprile 2016

Un Libro pr caso - LA RAGAZZA DALLE NOVE DITA - Laia Fàbregas

di Francesca Senna
Laura ha trentaquattro anni, un ottimo lavoro all'Iberia, un ragazzo che la ama e nove dita. Sul suo mignolo mancante e sulla sua infanzia, nella Barcellona degli anni Settanta, aleggia l'ombra di un mistero. Per svelarlo Laura decide di scrivere un diario "con valore retroattivo", in modo da mettere nero su bianco un passato di cui curiosamente non le resta nessuna fotografia: i suoi genitori, infatti, ex militanti del fronte antifranchista, sono sempre stati convinti che i ricordi autentici non abbiano bisogno di essere immortalati, perché basta registrarli nella mente come ritratti immaginari. Eppure, quando sua sorella Moira trova per caso in un mercatino delle pulci la fotografia di due bambine che assomigliano come gocce d'acqua a loro da piccole, Laura si convince che le abbiano tenuto nascosto qualcosa. E se il mondo fosse come una moneta, in cui "su una faccia c'è una bugia e sull'altra tutte le verità possibili"? Così, nel suo romanzo d'esordio, Laia Fàbregas, muovendosi con maestria sulla labile linea di confine tra realtà e immaginazione, ricostruisce le vicende di una famiglia sullo sfondo della travagliata transizione dalla Spagna franchista alla democrazia e racconta la storia commovente di una donna alla conquista della propria identità.


Tutte le vicende si svolgono all’epoca della caduta del regime franchista, sullo sfondo della travagliata transizione dalla Spagna franchista alla democrazia.
L’ambientazione socio politica fa da scenario importante allo svolgimento del racconto.
La protagonista è Laura, una donna di trentaquattro anni che lavora per l'Iberia, e che ha solo nove dita. Sul suo mignolo mancante e sulla sua infanzia, aleggia l'ombra di un mistero.
I suoi genitori le hanno detto che è nata così, senza mignolo.
Un altro elemento che contribuisce all’aura di mistero del racconto è la assoluta mancanza di foto riguardanti questa famiglia: i genitori hanno infatti deciso di non scattarne, né a lei né alla sorella Moira, con la scusa di allenarle a ricordare con la mente e a vivere nella realtà, sempre.
Moira però un giorno trova una foto in un mercatino delle pulci: due bambine, una più grande l'altra più piccola, in una foto sfocata, con le quali c'è un'incredibile somiglianza. Venuta a conoscenza della foto, Laura decide che vuole saperne di più, perché non è possibile che non ci sia nessun ritratto della loro infanzia. Le due sorelle cominceranno a far domande ai genitori, per cercare di capire. Fino a che non verrà fuori la verità.
Alla narrazione in terza persona si alternano pagine di diario, che racchiudono in parte i ricordi di Laura sulla sua infanzia e in parte dei sogni, in cui la donna perde ogni volta un dito diverso della mano, fino a rimanere senza.
Lo sviluppo della trama è troppo superficiale e il confine tra realtà e finzione decisamente troppo confuso.

E' un libro che si legge in modo scorrevole ma che alla fine non lascia molto.

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