L'INPS
HA RIDOTTO ALL'OSSO I CONTROLLI E METTERSI IN (FINTA) MALATTIA NON È PIU' UN GRAVE RISCHIO.
DENUNCIA UN SONDAGGIO LASTMINUTE NUMEROSI FINTI
MALATI IN ITALIA
Per gli abitanti dei
Castelli Romani, come per tutti gli italiani assicurati INPS, è
divenuto un fatto raro che il medico fiscale venga a bussare a casa
durante il periodo di malattia. Infatti per il 2013 l'INPS ha
drasticamente ridotto i controlli disposti d'ufficio. Immutata è
rimasta la situazione per le visite richieste dal datore di lavoro e
per quelle ai dipendenti del settore pubblico.
Secondo quanto dichiarato
da Mauro Nori direttore generale INPS, nel corso del 2012 l'Inps ha
effettuato poco più di 1,2 milioni di visite, di queste circa
900mila erano state disposte dall'Istituto e il loro esito ha portato
ad una riduzione della prognosi (cioè il medico fiscale ha fatto
riprendere il lavoro all'assicurato prima della scadenza della
malattia certificata dal curante) soltanto in 83mila casi, per questo
l'Inps punta ad una maggiore selettività dei controlli che porti ad
un aumento della percentuale di riduzione prognosi con un numero
minore di visite di controllo.
Messa così la decisione
presa dall'INPS sembra encomiabile e a tutela delle casse
dell'erario. In realtà c'è qualcosa da chiarire. Prima di tutto non
è solo la riduzione prognosi a diminuire la spesa per l'indennità di
malattia. A ridurla considerevolmente sono le sanzioni per assenza
del lavoratore durante la fascia oraria di reperibilità, le sanzioni
per mancata reperibilità a causa di imprecisioni nell'indirizzo
dell'assicurato e le surroghe (cioè l'accertamento da parte del
medico fiscale di uno specifico tipo di patologia il cui pagamento
dell'indennità di malattia non spetta all'INPS) . Tutto questo non
è stato preso in considerazione da Nori! C'è poi da considerare
che per effettuare i controlli mirati l'INPS utilizza un sistema
telematico e di data meaning costato all'Istituto circa 170milioni
di euro (clicca per approfondire). Questo sofisticato sistema si basa
sull'auto-apprendimeto, ciò vuol dire che per effettuare
controlli mirati il sistema deve utilizzare un elevato numero di dati
introdotti tramite i controlli effettuati precedentemente, quindi un
basso numero di controlli vuol dire un basso numero di dati e un
maggior margine di errore nella selezione del controllo da
effettuare.
Prima che l'INPS
riducesse il numero di controlli, Antonio Mastropasqua affermava che
grazie al sistema telematico i controlli sarebbero stati avviati con
immediatezza così da poter effettuare la visita anche per un solo
giorno di malattia. Questo perchè ridurre le giornate di malattia è
un obiettivo di grande importanza economica poiché l'INPS spende
ogni anno 2 miliardi in indennità di malattia e l'assenteismo ha un
effetto depressivo sul prodotto interno lordo.
E' singolare la teoria
del basso numero di controlli, anche se mirati, se poi si prendono in
considerazione alcuni altri dati: l'assenteismo è maggiore nel
settore privato rispetto a quello pubblico dove per effetto della
legge Brunetta è stata aumentata la fascia di reperibilità per la
visita di controllo, questo insieme alla riduzione della retribuzione
al solo stipendio base per i primi 10 gg di malattia ha portato ad
una contrazione del 40 per cento della malattia, tale contrazione si
è poi attenuata a causa di una nuova riduzione di reperibilità
durante il periodo di malattia. Tutto ciò a dimostrazione che il
controllo è un deterrente all'assenteismo.
Secondo un sondaggio
condotto da lastminute.com, società che opera nella prenotazione dei
viaggi online, in Italia oltre un lavoratore su quattro (27 per
cento) ammette di essersi preso nel 2012 almeno un giorno di malattia
non perchè fosse indisposto, ma per altre motivazioni. Secondo lo
stesso sondaggio in Europa l'Italia si classifica al secondo posto
tra le nazioni con più assenteisti (al primo posto gli Irlandesi).
Gli italiani si prendono
una giornata di finta malattia nel 21 per cento dei casi per
occuparsi di faccende trascurate nel weekend. Questo dato è
confermato da una mega ricerca INPS che dimostra che il primo giorno
della settimana è quello in cui si concentrano le assenze per
malattia.
Attualmente sono stati
spesi 170 milioni di euro (denaro pubblico) per mettere a punto un
sistema in grado di effettuare il controllo quasi in tempo reale in
modo da impedire che si abusi della malattia ma nella maggior parte
dei casi sono i datori di lavoro che a loro spese debbono richiedere
l'intervento del medico fiscale.
Le visite fiscali vengono
effettuate a tutela di tre soggetti: l'INPS, che paga l'indennità di
malattia , il lavoratore, che viene danneggiato dai falsi malati con
turni straordinari di lavoro ed i datori di lavoro che
contribuiscono al pagamento dell'indennità di malattia.
Con la riduzione del
numero di controlli l'INPS rischia di pagare con maggiore facilità
false indennità, i lavoratori sono meno tutelati ed i datori di
lavoro devono mettere le mani al portafoglio.
Si deve poi tenere
presente che stiamo vivendo un grave periodo di crisi economica
durante il quale può essere facile per il datore di lavoro trovarsi
in difficoltà ed avere la tentazione di “usare” la malattia come ammortizzatore
sociale.
Con tutto questo circa
1400 medici di controllo sono ora in una situazione lavorativa
critica: si sono visti decurtare visite e compensi a fronte di una
reperibilità giornaliera non retribuita. (per approfondire leggi
QUI)
Fabio Ascani