giovedì 6 febbraio 2014

MUSICA con CASCIANO - MAX ARDUINI e VINCENZO CAPUA al Teatro Bernini di Ariccia


Musica d’autore live al Teatro Bernini di Aricca


Sabato 15 febbraio, ore 21, al teatro Bernini di Ariccia, Max Arduini, insieme ai The Bandiths, presenterà il suo ultimo lavoro Patchwork, con un concerto evento “PATCHWORK – LIVE
Max Arduini, cantautore romagnolo, classe 1972, ha alle spalle una lunga gavetta come pianista di pianobar all’estero, Maldive, Africa, Egitto. Ha iniziato a suonare da autodidatta, ascoltando artisti come Buscaglione, De Andrè e tanta musica d’autore degli anni ’70. Tanti sono i suoi album, tra cui il primo Vinile, autoprodotto. Di seguito tanti altri progetti pubblicati negli anni successivi, come Cauto e Acuto del 2001 ,VIVOinPratiCANTATO 2012. Abbiamo avuto modo di farci una chiacchierata con Max:

Ho letto sulla tua biografia che hai iniziato a suonare la chitarra da autodidatta, con un prontuario di accordi e l’ascolto assiduo di artisti come - Buscaglione, De Andrè e della musica d’autore degli anni ‘70: hanno influenzato il tuo modo di scrivere?
Mi ha sempre affascinato quel mondo artistico meno convenzionale anche se la creatività di chi vuole scrivere storie sul proprio vissuto non può essere influenzata.
I grandi artisti del passato mi hanno certamente affascinato e hanno messo la mia creatività nella condizione inconsapevole di portare avanti con determinazione la canzone cosiddetta d’autore.
Ricordo un aneddoto che mi fece capire quale direzione avrebbe preso la mia carriera.
Nel 1990 nell’ascoltare “Discanto” di Ivano Fossati capii di voler comporre musica e testi più ricercati. Fino a quel momento la musica era una forma d’arte da me ritenuta irraggiungibile.
Lunghissima carriera, perseveranza nella musica; quali difficoltà incontra un musicista che vuole far conoscere la propria musica, oggi?
Negli anni passati la musica era un’arte coltivata solo da chi la considerava una scelta di vita.
Il risultato erano brani con contenuti mai banali.
Oggi, invece, la musica è diventata un puro business accessibile a tutti anche se spesso poco talentuosi.
Far conoscere la propria musica oggi è più semplice rispetto agli anni 80 ma quello che riusciamo a cogliere di positivo da quello che ci viene propinato è ben poco gratificate.
Questo handicap determina la difficoltà di arrivare ad un vero apprendimento.
Non credo che sia importante l’ascolto fine a se stesso, direi che invece sia fondamentale saper cosa si vuol far conoscere del proprio operato senza scadenze.
I progetti artistici non possono piacere a tutti i costi e il solo far musica per piacere agli altri è sinonimo di superficialità.
La coerenza con quello che facciamo è determinate e alla lunga paga.
Viviamo in un’epoca soffocata dagli input mediatici e parecchie nozioni scivolano senza poterle assorbire a pieno.
La musica è in crisi da troppi anni e il mercato troppo commerciale ha precluso il futuro del professionismo in questo paese.
Troppe cover band e sempre più programmi televisivi che trattano la musica come un gioco di società.
La difficoltà è senza dubbio quella di ribaltare la tendenza commerciale.
La musica è cuore e il cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra.
Sono fiducioso e sono certo che tutto in futuro verrà ripristinato.
Ogni epoca ha avuto la propria crisi culturale, speriamo passi pure questa.
Perché il tuo ultimo lavoro si intitola “Patchwork”?
Avevo in mente la costruzione di un album più complesso che richiedeva maggior tempo di realizzazione.
Negli ultimi tre anni ho raccolto molte scritture, appunti, bozze e volevo gestire questo materiale con più ponderatezza.
Patchwork non è solamente l’attuale stato del mio scrivere ma è soprattutto il lavoro che ho svolto con la band nell’ultimo anno di concerti.
Patchwork è il manufatto che ci voleva a questo punto della mia carriera.
Mi serviva un titolo che rappresentasse a pieno il lavoro artigianale svolto con i miei musicisti e le varie tracce dell’album dimostrano proprio quella cucitura multicolore che oggi sento nella mia composizione.
Al teatro Bernini di Ariccia spazierai nel tuo repertorio?
Ci sono canzoni tratte dai miei precedenti album che non possono mancare.
Daremo un assaggio del nuovo e accennerò alcune rarità da me interpretate con il solo piano.
Sarà un repertorio selezionato e rileggendo la scaletta credo che anche il pubblico rimarrà soddisfatto della nostra performance.
La scaletta prevede anche dei monologhi tra un brano e l’altro, insomma, sarà uno spettacolo a tutti gli effetti. Trovo anche riduttivo esibirsi con il solo ausilio della strumentazione, il palco mi chiede di imparare ad ogni esibizione ed è quello che cerco di fare da anni inserendo sempre cose nuove, per questo i miei Live non sono mai uguali.
Aspetteremo il buio della scena e al primo accordo vedremo cosa dal cilindro uscirà fuori.
Una breve presentazione di The BandHits?
Il termine “BandHits” è stata una mia idea venuta per caso.
Cercavo un nome che desse personalità al gruppo che mi ha accompagnato nell’ultimo anno di concerti e questo mi è sembrato il più originale e rappresentativo.
Quando suoniamo insieme è come assistere ad un assalto alla scena e così durate le prove li ho ribattezzati grandi banditi.
Ci saranno Alessio Iazzetta al basso elettrico e Stefano Sinisi alle chitarre, io suonerò il piano e qualche giocattolo musicale e alla batteria l’immancabile presenza di Francesco Caprara che proprio in qusti giorni sta terminando il missaggio di Patchwork.
Purtroppo non potrà essere dei nostri il maestro Valdimiro Buzi con cui ho realizzato nel 2011 l’album “Cauto e acuto” che ritroveremo come di consueto nelle prossime esibizioni.
Per l’anno 2014 date e progetti?
Il 28 febbraio suonerò alla libreria caffè “N’importe quoi” nel ghetto ebraico a Roma e presenterò “Patchwork Playing” con il solo ausilio del pianoforte, qualche incursione alla chitarra e alcuni giocattoli colorati.
E ancora nel cassetto molti progetti in attesa di essere rilasciati dopo aver portato avanti per tutto il 2014 il mio “Patchwork”.
Nel mese di marzo inizierò un’accurata analisi su alcune composizioni e inizierò a ragionare sul progetto che è stato posticipato al 2015..
Caratterialmente non sono portato a fermarmi e ogni momento per me è buono per migliorare il mio operato guardando sempre avanti.
Un albun come “Patchwork” è solo il preludio di quello che ho in mente di realizzare come dico sempre: Non sprecate mai nemmeno un giorno qualunque dietro la quotidianità.

In occasione del concerto di Max Arduini si esibità Vincenzo Capua: cantautore romano; laureato in Economia aziendale, scopre all’età di 17 anni la passione per la chitarra che lo porterà a comporre brani personali. Tante esperienze da allora, iniziando con il Festival di Castrocaro nel 2011, dove arriva alla finale, fino all’apertura dei concerti di Fabrizio Moro e Niccolò Fabi, e oggi ospite fisso di EdicolaFiore di Fiorello, che si può seguire in streaming via web e su Radio2.
Di seguito una breve intervista:
Quali difficoltà si incontrano oggi nel voler fare il musicista?
E' sicuramente cambiato un po' il meccanismo. Penso che le difficoltà di emergere per un'artista ci siano oggi come già accadeva 20/30 anni fa. Oggi viviamo nell'era dei talent show che hanno inflazionato parecchio il mercato discografico. Innanzitutto, non si vendono più cd, le case discografiche sono in grossa crisi e puntano solo sul giovane cantante che esce dal talent, che ha già di suo una grossa visibilità garantita dal talent stesso. Questa visibilità spesso si dimostra solo un ‘fuoco di paglia’ e alla fine si combina ben poco. Quello su cui io personalmente sto puntando è la continuità, facendo piccoli passi uno dopo l'altro, che piano piano diventano sempre più grandi e permettono di raggiungere grandi obiettivi.
Cerco di costruire, tassello dopo tassello, qualcosa di credibile. E’, poi, fondamentale l'esperienza del live e del contatto con il pubblico. L'importante è avere delle storie da raccontare, qualcosa da esprimere e riuscire a giocarsi le proprie carte. E' un percorso difficile, con la fretta non si va da nessuna parte, bisogna avere pazienza e un carattere molto forte.
Nella tua breve ma intensa e spero sempre più proficua carriera, hai già avuto modo di collaborare o quanto meno di conoscere bene molti artisti italiani, come Fabrizio Moro o Niccolò Fabi o Fiorello. Cosa mi racconti delle tue collaborazioni con loro?
Sicuramente ho avuto grandi opportunità e ho vissuto belle esperienze.
Ho aperto alcune date dei concerti di Niccolò Fabi e ho fatto da opening act durante il tour di Fabrizio Moro per due estati consecutive! Fabrizio è sicuramente diventato per me un punto di riferimento, sia come artista che come uomo, è stato uno dei primi a darmi fiducia e gliene sarò sempre grato.
Fiorello è un uragano! Ho iniziato con lui questa esperienza dell'Edicolafiore ad aprile e mi ha dato davvero tanto, sia sotto un punto di vista di visibilità che nel far conoscere la mia musica e poi sicuramente ha influito tanto nel mio percorso formativo, come uomo e come cantante. E' talmente tanta l'energia che mi trasmette Fiorello che quasi non mi pesa la sveglia tutti i giorni alle 5 di mattina ! (ride, ndr ).
Poi come non citare la Nazionale Cantanti, che da un po' di tempo mi onora di avermi chiamato tra le sue fila e il mio straordinario vocal coach Alfredo Totti.
Nel 2011 hai lavorato alla realizzazione di un musical teatrale dal titolo “Che strano gioco è la vita”. Che esperienza è stata?
E' un'esperienza nata per gioco, come tante nella mia vita e che poi è diventata molto bella e interessante. Abbiamo analizzato varie sfumature emotive che siamo portati ad affrontare nella vita di tutti i giorni ed è venuto fuori un bel risultato. Sono tutti esperienze che mi hanno fatto crescere e che porto dentro di me. Cerco di fare tantissime cose, che possano lasciare ricordi indelebili.
Hai fatto tanti singoli, ora, leggendo la tua biografia, stai lavorando su un progetto tuo: quando potremo ascoltarlo?
Tutte le energie mentali e fisiche adesso sono finalizzate alla realizzazione del mio primo lavoro discografico. Sono anni ormai che ci lavoro e non vedo l'ora di farlo conoscere a più persone possibili. Sono un perfezionista e per questo mi sono un po' dilungato, ma adesso credo manchi davvero poco. Saranno 10 canzoni scritte e composte da me che sembrano quasi i capitoli di un bel libro, diverse e complementari tra loro e che si ricollegano in un grande filo conduttore: l'amore.
“Amore illogico” è il titolo del singolo che anticipa l'album, chissà, forse sarà anche il nome dell'album stesso.
Adesso vi saluto, vado in sala di registrazione. Non vedo l'ora di finire l'album e farvelo sentire..!

Per tutti coloro che acquisteranno un album di Max Arduini, a scelta tra “Cauto e Acuto” 2011 e “VIVOinPratiCANTATO” 2012, avranno in omaggio un mini “Patchwork” contenente tre brani.“Patchwork”, il nuovo disco di Max Arduini dell’etichetta RadiciMusicRecords e distribuito da EgeaMusic, sarà disponibile il prossimo marzo in digital download e su Itunes.
Il concerto è organizzato dalla società di comunicazione Pink Pubblicità Srl. Il costo del biglietto è di 10 euro.

Gianni Casciano

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