lunedì 27 maggio 2013

I BOSCHI DEI CASTELLI, LA CASTANICOLTURA E LA LOTTA AL CINIPIDE


L'antico bosco dei Castelli Romani un tempo era formato da un misto di latifoglie, ma nel corso dei secoli il panorama boschivo è cambiato e in buona parte le piante originarie sono state sostituite con i castagni che sono adatti al taglio periodico. Dell'antica vegetazione rimangono solo alcune sporadiche testimonianze disseminate a macchia di leopardo sul territorio, fra queste ricordiamo la parte alta di Monte Cavo, le coste dei laghi Albano e Nemi, il Maschio D'ariano e il particolarissimo Parco Chigi di Ariccia.
Ma come dicevamo la vegetazione prevalente oggi è formata dal castagno, che ha trovato nel suolo vulcanico dei Colli Albani un ambiente particolarmente favorevole alle sue caratteristiche di crescita e sviluppo.
L'industria del castagno, che tanta ricchezza ha portato a questo territorio, è ancora notevolmente sviluppata, anche se negli ultimi anni è stata minacciata seriamente da un piccolo imenottero, il Cinipide calligeno, uno degli insetti più temibili per questa pianta.
Contro questo agguerrito nemico delle piante sembra che la lotta biologica sia la via da preferire e l'assessore all'Agricoltura della Regione Lazio, Sonia Ricci, qualche giorno fa ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono in tutto 75 i lanci di Torymus Sinensis che i tecnici della Regione Lazio stanno effettuando per contrastare la diffusione del Cinipide del castagno, l’insetto di origine cinese che dal 2005 ha colpito la produzione nei castagneti del Lazio. La castanicoltura è un settore molto importante nel Lazio con punte di eccellenza in molti territori delle nostre province: l’impegno della Giunta Zingaretti sarà quello di proseguire la lotta biologica al Cinipide, affinché la produzione castanicola continui ad essere tra le più importanti risorse agricole del Lazio. I lanci effettuati sui territori sono stati realizzati grazie ad un progetto di collaborazione della Regione Lazio con l’Università di Torino e l’Università della Tuscia e con la partecipazione del Ministero delle Politiche agricole. Nei prossimi anni grazie al centro di produzione e moltiplicazione allestiti a Caprarola e a Velletri, la nostra regione sarà in grado di continuare a fronteggiare il problema garantendo la giusta copertura in tutti i territori interessati. Un segnale di attenzione da parte del nostro assessorato che intende continuare a sostenere con forza questo settore, nonostante l’emergenza naturale e i gravosi problemi di bilancio”.
Una risposta attenta, questa, ed ecologicamente sana, su una questione importante per l'economia nostra e di gran parte della regione.


Fabio Ascani

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