venerdì 29 marzo 2013

ALBANO LAZIALE, IL TAR RIGETTA IL RICORSO DEL COMUNE CONTRO L’INCENERITORE. Il comunicato del Comune e le dichiarazioni dal NO Inc

Comunicato stampa dal Comune di Albano Laziale

Il TAR del Lazio ha emesso in mattinata l’ordinanza con cui rigetta il ricorso presentato dall’Amministrazione di Albano Laziale contro il nuovo cronoprogramma per la costruzione dell’inceneritore in località di Roncigliano.

L’ordinanza si basa sui seguenti punti:
  1. L’autorizzazione integrata ambientale (AIA), di cui alla determinazione dirigenziale della Regione Lazio B3694 del 13.08.2009, è attualmente pienamente efficace ed è ormai inoppugnabile”. Ovvero il fatto che la situazione ambientale in questi anni sia mutata, come testimoniato dai dati ARPA, ASL, accertamenti NOE e altro, è un dettaglio che non merita neanche di essere preso in considerazione, nonostante la norma faccia riferimento esplicito al fatto che si debbano accertare le eventuali mutate situazioni ambientali prima di procedere ad una estensione dell’Autorizzazione.
  1. Le censure riferite all’AIA non possono essere proposte né è possibile che la contestazione avverso detto provvedimento sia surrettiziamente introdotta da doglianze solo formalmente distinte da tale autorizzazione”.
    Ovvero non sarebbe concesso all’Amministrazione, che ha come primo scopo la tutela della salute dei cittadini, introdurre il problema dell’AIA e delle mutate condizioni ambientali nel più generale contrasto alla costruzione dell’inceneritore.
  2. La proroga appare pienamente conforme ai principi generali, essendo la sua mancata esplicazione di efficacia non imputabile al soggetto titolare”
    Ovvero i ricorsi succedutesi in questi anni hanno di fatto sospeso l’efficacia dell’AIA.
  3. L’inquinamento del sito non appare più essere sussistente, come si desume dai risultati delle ulteriori analisi dell’Arpa Lazio contenuti nella nota 99288 del 19.12.2012”
    Ovvero per certificare lo stato di salute dell'area, si fa riferimento solo alle analisi ARPA del 19 dicembre fatte a seguito della diffida della Provincia di Roma contro la Pontina Ambiente relativamente al superamento dei composti organici in due soli pozzi spia. Nessuna menzione viene fatta di tutte le altre analisi che attestano il contrario, compresa la comunicazione della Regione che esprime la necessità di convocare delle Conferenze di Servizi per valutare lo stato di salute dell'area di Roncigliano (Conferenze già convocate dal Comune di Albano).
  1. In ogni caso deve rilevarsi che l’impianto non è in esercizio, dovendo ancora essere realizzato e che, conseguentemente, nessun pericolo per la salute pubblica può derivare dagli atti impugnati col presente ricorso”.
    Ovvero fino a quando non sarà costruito l’inceneritore, l’inceneritore non inquina. Questo è ovvio. Il punto è che il sito è già inquinato e oggi, 2013, lo è più del 2009 quando l’AIA è stata rilasciata. E ogni nuovo impianto industriale porterà evidentemente ulteriore inquinamento.
«Abbiamo presentato il ricorso nella speranza che le ragioni del diritto valessero più di qualsiasi altro interesse – afferma con durezza il sindaco Nicola Marini – e invece siamo di fronte ad una sentenza del Tribunale Amministrativo che rigetta ogni argomentazione sul reale stato ambientale di un territorio in grande sofferenza, visto che da molti anni è sede di discarica. Sofferenza che non potrebbe che aggravarsi con la costruzione dell’inceneritore, dannosa oltre che inutile».
«Rispettiamo la sentenza del Tribunale ma ovviamente continueremo ad opporci a questo intervento, sul piano amministrativo, legale e politico. Oltre al ricorso al Consiglio di Stato, porteremo avanti la denuncia alla Commissione Europea e ogni azione, anche di fronte alla giustizia civile, tesa a dimostrare che l’area di Roncigliano non è in grado di sopportare questo insediamento industriale. Con i nostri legali stiamo già valutando anche la richiesta della revoca dell’AIA 2009».
«Spero che su queste tematiche – conclude Marini – l’Amministrazione di Albano, i cittadini e i Comitati non rimangano soli, contro poteri e interessi enormi e trasversali rispetto alla società, alla politica e alle istituzioni. Ho già chiesto un incontro urgente al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’assessore alla Gestione dei Rifiuti Michele Civita, nella convinzione che le nostre ragioni possano essere accolte dai nuovi vertici regionali».

Dal No Inc
    poche parole, forti, chiare e di resistenza, che invitano ancora a chiedere la riapertura della procedura di autorizzazione ambientale; che Zingaretti assuma una posizione chiara, netta e definitiva sull'inceneritore; che t6utti il 6 si scenda in piazza affinchè in migliaia i cittadini diventino protagonisti di una vittoria eccezionale.


"Zingaretti, a questo punto, deve dircelo
chiaramente: che vuole fare rispetto
all'inceneritore dei Castelli Romani"?
Il Tar del Lazio NON HA CONCESSO la sospensiva del CRONOPROGRAMMA relativo all'Inceneritore dei Castelli Romani.
Il cantiere per la costruzione dell'impianto, quindi, sulla base delle disposizioni del 29 gennaio scorso dell'Area Rifiuti della Regione Lazio, può partire in qualsiasi momento!
Crediamo, a questo punto, sia ANCORA più importante RICHIEDERE una IMMEDIATA riapertura della procedura di AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE!
Zingaretti, a questo punto, DEVE dircelo chiaramente: che vuole fare rispetto all'Inceneritore dei Castelli Romani?
Quando verrà riaperta la procedura di Autorizzazione Ambientale secondo quanto previsto dalla Legge n. 59 del 2005?
Daniele Castri
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ATTENZIONE!
QUESTO E' IL MOMENTO DI DIMOSTRARE CHI E' PIU' FORTE!
ED I PIU' FORTI SIAMO NOI!
SONO LE NOSTRE MOTIVAZIONI CHE CI FARANNO VINCERE!
IL 6 APRILE TUTTI ALLA MARCIA NO-INC !
ORE 15.00 P.ZZA MAZZINI ALBANO!
SAREMO TANTI E VINCEREMO! TUTTI INSIEME”!
Simone Carabella




La sentenza di oggi, così deludente, era solo sulla sospensiva cautelare del cronoprogramma della costruzione dell'inceneritore, nelle prossime settimane ci sarà un'altra udienza del TAR che deciderà nel merito vero e proprio del ricorso. Aspettiamo con fiducia che la giustizia faccia il suo corso e certamente aderiremo in massa alla manifestazione del 6 aprile ad Albano perché i cittadini non vogliono quest'impianto sul loro territorio e voglio che la discarica venga bonificata.

di Fabio Ascani
Le motivazioni del TAR sul rigetto della sospensiva


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