Il 24 marzo 2013 è il
40° anniversario dall’uscita in UK dell’album “The Dark Side
Of The Moon” dei mitici Pink Floyd. Infatti questo concept album
uscì nel marzo del 1973, dapprima negli Usa, e qualche settimana
dopo, precisamente il 24 marzo, nel Regno Unito. E’ stato definito l’album
dei record, oltre che per le copie vendute, si parla di 50 milioni, anche per la lunga permanenza nelle classifiche mondiali, e
perché in qualche modo ha segnato un nuovo percorso dei Pink Floyd,
sicuramente più melodico rispetto ai precedenti 7 album pubblicati
dal gruppo inglese negli anni precedenti.
Le registrazioni
iniziarono nel 1972 nello studio di registrazione Abbey Road Studios,
diventato noto grazie ai Beatles. In realtà i Pink Floyd avevano
l’abitudine di suonare dal vivo i nuovi pezzi prima di registrarli,
in modo da sperimentare nuovi suoni, perfezionando e limando i brani.
Quindi già nei live del ’71 si cominciavano ad ascoltare le
melodie che poi avrebbero fatto parte di questo importante progetto.
Caratteristica
fondamentale è stato l’utilizzo delle tecniche più avanzate di
registrazione per quei tempi e l’utilizzo dei loop e dei
campionamenti, tanto che ancora oggi, rimane un album assolutamente
attuale, non dimostrando in nessuno modo i suoi 40 anni.
All’uscita fu record di
vendite da subito e rimase in classifica dal 1973 al 1988. A
tutt’oggi, nonostante la crisi del mercato discografico, ad ogni
nuova edizione rimasterizzata, l’album registra ancora un gran
successo di vendite.
Come in ogni concept
pinkfloydiano, la principale fonte di ispirazione è stata la pazzia
di Syd Barret, fondatore del gruppo, che per colpa degli acidi,
iniziò ad uscire dalla realtà, impazzendo, e costringendo gli altri
componenti, nel 1968 a sostituirlo con il suo amico David Gilmour. Da
quel momento ogni brano scritto, in particolare da Roger Waters, è
stato in memoria di Syd. Ed infatti in Dark Side Of The Moon si
trattano temi come l’infermità mentale, la morte, l’importanza
per ogni individuo di vivere la propria esistenza, priva di elementi
futili, in una società basata sui soldi, sulla ricchezza e sul
possesso.
Una curiosità sul brano
“The Great Gig in the Sky” che vede protagonista Clare Torry, la
cantante turnista che prestò la voce per la registrazione del brano.
Questo è una metafora della morte, senza testo, composta solo da una
complessa melodia accompagnata al piano, ed alla cantante venne
chiesto di improvvisarla interpretando al meglio ed in piena libertà
il tema. La registrazione venne realizzata in una sola notte. Per
questo brano Clare fu pagata solo 30 sterline. Nel 2004 la cantante
intentò una causa contro i Pink Floyd e contro la EMI, rivendicando
il fatto che la melodia del brano è sua e che quindi deve essere
considerata co-autrice insieme Richard Wright che scrisse e suonò il
brano. Di recente si è conclusa la lunga discordia legale a favore
di Clare, con la quale la EMI è giunta ad un accordo economico
rimasto rigorosamente segreto, ma sicuramente milionario.
Cercando nel web si
trovano le istruzioni su come ascoltare The Dark Side Of The Moon:
prima di tutto, trattandosi di un concept-album, va ascoltato
dall’inizio alla fine, come se si seguisse un film, essendo le
tracce collegate l’una all’altra da un unico filo conduttore,
con un certo ordine narrativo; inoltre occorre seguire i brani con i
testi alla mano, come se fossero sottotitolati, possibilmente in
cuffia e con luce soffusa. In questo modo si entrerà in intimità
con l’album. Io mi permetto di estendere questi consigli
sull’ascolto di tutta la musica dei Pink Floyd, e perché no, a
tutta la musica in generale. Provare per credere.
Gianni Casciano
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